La pista ciclabile davanti all’osteria Braci e abbracci di Sant’Antonino
ATTIVITÀ PENALIZZATA
«Ci sembra un po’ un sopruso. Non si può far finta di non vedere che qui c’è un’attività -mette in chiaro Laura Pinarello, titolare dell’osteria “Braci e abbracci”- non chiediamo l’impossibile. Ma non è nemmeno giusto subire certe decisioni prese come se noi non ci fossimo». Nel locale di Sant’Antonino lavorano 7 persone, oltre alla stessa titolare. «Sette famiglie», sottolineano. Tra queste oggi non manca la preoccupazione. L’area davanti all’ingresso del Famila, dove una volta c’erano delle corsie di accesso, è stata chiusa perché tecnicamente non c’è lo spazio necessario per la presenza di parcheggi. Così sono spariti dieci posti auto. «Ma invece di metterli perpendicolarmente alla strada sarebbe stato possibile metterli in linea, recuperandone di conseguenza almeno qualcuno» allarga le braccia Pinarello. Adesso si studiano eventuali possibili alternative, in diverse direzioni. Domani la titolare del ristorante incontrerà Tognana per capire se il locale potrà usare almeno una parte del parcheggio del supermercato. Non è comunque una cosa semplice. Vorrebbe dire tenere i cancelli del complesso aperti anche di sera. E visto che nell’area ci sono anche altre attività, sarebbe necessario assumere un parcheggiatore per garantire la sicurezza.
L’ASSESSORE FA IL PUNTO
A Ca’ Sugana conoscono bene il problema. «Sono state levate le due controstrade per mettere in sicurezza la zona con la pista ciclabile -fa il punto Sandro Zampese, assessore ai lavori pubblici- l’area accanto all’ingresso del Famila è una banchina, non una zona parcheggio. Lo stesso supermercato ha inviato una diffida per fare in modo che venga lasciata la visibilità in quel punto. Di conseguenza la parte della banchina più vicina all’ingresso è stata inibita proprio per evitare potenziali situazioni di pericolo». Questione di sicurezza stradale, insomma. In particolare per gli automobilisti che uscendo dal supermercato devono immettersi in via Sant’Antonino. Ma la partita non è chiusa. Non ci si ferma agli aspetti tecnici. «Ora stiamo studiando un diverso assetto che possa andare bene a tutti, compreso il ristorante -conclude Zampese- l’ultima cosa che vogliamo è mettere un’attività in difficoltà».