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Porsche riuscirà a raggiungere i 100 miliardi di capitalizzazione?

Dopo il primo giorno in Borsa, il titolo P911 valorizza la società quasi come l'intera capogruppo Volkswagen. Sorpasso vicino?

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P911, nome in codice su Bloomberg delle azioni di Porsche, neo quotata a Francoforte. Per l’operazione sono state create 911 milioni di azioni, un numero che non è casuale e fa riferimento all’iconico modello del costruttore tedesco che, almeno per il momento, non diventerà elettrico.

Alla domanda di Tom Mackenzie di Bloomberg Television se Porsche elettrificherà il modello introdotto nel 1964, Lutz Meschke, Chief Financial Officer, ha risposto che “è il cuore, è l’anima dell’azienda. Vogliamo guidare la 911 il più a lungo possibile con un motore a combustione”.

Primo giorno: avanti adagio, non come la 911

Nel frattempo si è conclusa la prima giornata di contrattazioni: dopo un inizio scoppiettante, che ha fatto segnare anche un +5%, P911 ha chiuso praticamente invariata, sul prezzo del collocamento, 82,50 euro. Ha comunque battuto il DAX (l’indice di riferimento del mercato tedesco) che ha fatto registrare una seduta negativa segnando un -1,70% e l’Eurostoxx 600 che chiude a -2,4%, sul livello più basso da novembre 2020.

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Da sinistra il cfo di Porsche, Lutz Meschke, il ceo, Oliver Blume, e il cfo di VW, Arno Antlitz

La seduta è stata appesantita dai dati di settembre dell’inflazione tedesca, che ha toccato la doppia cifra per la prima volta da quando è stato introdotto l’euro, più di vent’anni fa. I prezzi al consumo in Germania sono saliti del 10,9% rispetto al settembre dello scorso anno. Un macigno sui mercati e sulle future decisioni della Banca centrale europea.

Certo non un contesto di mercato semplice per un’IPO, operazioni che in Europa stanno affrontando il loro anno peggiore dal 2009. Secondo i dati di Refinitiv, le società dell’area euro hanno raccolto 44 miliardi di dollari dalle operazioni sui mercati dei capitali azionari fino al 27 settembre, con solo 4,5 miliardi di dollari derivanti da Ipo. Nonostante questo, secondo Bloomberg, l’Ipo di Porsche ha attirato così tante richieste che quasi metà degli investitori che hanno piazzato ordini non sono riusciti ad accaparrarsi le azioni.

Oggi, a meno di tre ore dalla chiusura, il titolo P911 resta sulle posizioni preccedenti, con variazioni marginali rispetto al prezzo di collocamento, mentre i mercati europei cercano un timido riscatto dopo la pesante debacle di ieri.

Per Volkswagen e le famiglie Porsche e Piech si tratta comunque di un successo, proprio perché il collocamento si è svolto in acque così agitate.

Porsche capitalizza quasi come Volkswagen

È comunque ancora presto dire se le azioni della Casa di Zuffenhausen faranno come quelle della Ferrari che, dalla quotazione nel 2015 a oggi sono cresciute di oltre il 300%, oppure come i titoli Aston Martin che invece perdono quasi il 100%. Ma diciamo che ci sono ottimi presupposti per un successo.

Del resto, lo stesso Meschke ha fissato un obiettivo: raggiungere una capitalizzazione di “oltre 100 miliardi entro il 2026”.

E, in effetti, Porsche è un’azienda sana con delle prospettive brillanti. Un indicatore interessante è il PE, il rapporto tra prezzo e utile, cioè quante volte un investitore è disposto a pagare per unità degli utili attuali. Si tratta di un multiplo che non ha niente a che vedere né con la Multipla, né con le tabelline. Porsche è a metà strada tra Ferrari (che secondo FactSet tratta a 33 volte gli utili) e BMW e Mercedes-Benz (che scambiano a meno di 5 volte).

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Blume e Meschke all’esterno della Borsa di Francoforte

In questo momento in pratica il mercato sta dicendo che aziende che producono meno auto, ma che hanno ampi margini, valgono molto di più di aziende generaliste che però producono più macchine. Per le prime le potenzialità di crescita sono decisamente maggiori. Sulla base di queste valutazioni, al prezzo di chiusura, la capitalizzazione di Porsche è di circa 75 miliardi di euro (78 di valorizzazione complessiva, secondo la società, contando anche le azioni ordinarie, non quotate).

Nella top 5 per valore di Borsa

Cifra che la inserisce nella top 5 dei produttori di auto, anche se è molto lontana da Tesla che invece ha una capitalizzazione di 833 miliardi di dollari. L’anomalia risiede piuttosto nel fatto che Volkswagen sia a quota 77,5 miliardi di euro. La Casa di Wolfsburg possiede il 75% della neo-quotata e include marchi come Audi, Bentley e Lamborghini, ci si potrebbe quindi aspettare che la sua capitalizzazione sia decisamente superiore.

Ma in Borsa difficilmente 1+1 è uguale a due.

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