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Abbiamo visto come Suzuki stia investendo sull’elettrico e abbia pronti 5 nuovi prodotti, a partire dal 2025 all’anno fiscale 2030. Elettrico, ma non solo. L’approccio multi-energia della Casa giapponese passa anche e soprattutto dalla ricerca di fonti alternative di energie tra i quali i biocarburanti avanzati, capaci di ridurre le emissioni di carbonio legate all’uso di carburanti tradizionali, motivo principale della “battaglia” che ha convinto l’Unione Europea a limitare al 2035 la vendita di auto termiche.
Si parla di carburanti sintetici ma anche di idrogeno, argomento sul quale torniamo a breve e che vede coinvolta Suzuki, così come molti altri player di mercato. Tornando ai biocarburanti, il bioetanolo dimostra già oggi come sia in grado di ridurre le emissioni di CO2, efficacia dimostrata è stata confermata dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). Per alcune case, come Suzuki, convinte che l’elettrico non sia la sola soluzione per il futuro della mobilità, è essenziale chiarire la questione biocarburanti a livello governativo: bisogna trovare una soluzione condivisa per la riduzione delle emissioni di CO2, così come per l’implementazione sociale in tutto il processo di produzione, senza dimenticare l’approvvigionamento delle materie prime per qualsiasi di questi carburanti.
L’Associazione ricerca sull’innovazione delle biomasse per i carburanti di prossima generazione, già promuove la ricerca tecnologica sull’uso della biomassa e la produzione efficiente di bioetanolo attraverso la circolazione ottimizzata di idrogeno, ossigeno e anidride carbonica durante la produzione. Su cosa e come investire? Suzuki come membro dell’associazione divide le aree di ricerca specifiche:
- Ricerca su sistemi efficienti di produzione di etanolo. Con l’obiettivo di migliorare la tecnologia di produzione del bioetanolo di seconda generazione, che non entra in competizione con gli alimenti, l’Associazione di ricerca progetterà, installerà e gestirà impianti di produzione, individuerà i problemi di produzione, ricercherà soluzioni e studierà modi per migliorare l’efficienza dei sistemi stessi.
- Ricerca sull’ossigeno dei sottoprodotti, sulla cattura e sull’utilizzo della CO2. L’Associazione studierà come utilizzare l’alta concentrazione di ossigeno generata come sottoprodotto durante la produzione di idrogeno e la CO2 generata durante la produzione di carburante bioetanolo.
- Ricerca sul funzionamento efficiente del sistema complessivo, compreso l’utilizzo del combustibile. L’Associazione studierà le problematiche legate all’utilizzo del carburante a base di bioetanolo ottenuto al punto B1) nelle automobili e in altri veicoli ed esplorerà le soluzioni. Studierà inoltre modelli in grado di fare previsioni sia sui volumi di produzione della coltivazione di materie prime sia sui volumi di produzione di carburante.
- Ricerca sui metodi efficienti di coltivazione delle materie prime. L’Associazione svilupperà un sistema che propone metodi di coltivazione ottimali per massimizzare la resa e ottimizzare i componenti delle colture per ottenere materie prime per i carburanti a base di bioetanolo. L’obiettivo è quello di migliorare l’accuratezza delle produzioni di colture attraverso indagini sulla composizione del suolo e altri metodi.
- L’iniziativa di Suzuki per affrontare questa sfida è la produzione di biogas derivato dagli scarti e i rifiuti organici degli allevamenti del settore lattiero-caseario, con focalizzazione sul territorio indiano. Il biogas può essere utilizzato per i modelli Suzuki alimentati a CNG, che rappresentano circa il 70% del mercato delle auto a metano in India. Suzuki ha firmato un accordo con l’agenzia governativa indiana National Dairy Development Board e Banas Dairy, il più grande produttore di latticini in Asia, per la produzione di biogas.
Suzuki e l’idrogeno: dalle due alle quattro ruote la ricerca non si ferma
Suzuki, in collaborazione con Kawasaki, Honda e Yamaha, sta esplorando l’uso dell’idrogeno come fonte di energia pulita per i veicoli, aprendo la strada a una mobilità sostenibile e ad emissioni zero. L’ideale di raggiungere una società decarbonizzata, secondo Suzuki, non può prescindere da una strategia a più percorsi. L’idrogeno sta guadagnando slancio e Suzuki fa già parte della società HySE (Hydrogen Small mobility & Engine technology) e si impegna a condurre ricerche fondamentali, sfruttando le competenze e tecnologie dei partecipanti nello sviluppo di motori a benzina, e mira a lavorare con la missione comune di stabilire uno standard di progettazione per i motori a idrogeno per la piccola mobilità e di far progredire gli sforzi di ricerca, fondamentale in questo settore.
HySE continuerà ad approfondire le collaborazioni per fornire più opzioni di mobilità per soddisfare le diverse esigenze, contribuendo così alla realizzazione di una società decarbonizzata.
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