Fuorigiri

Niente vetro, niente auto

Dopo la mancanza di chip e di componentistica, il rincaro energetico potrebbe avere risvolti anche sulla fornitura di cristalli per le vetture

Niente vetro, niente auto

Il cluster digitale o la chiave elettronica sono vezzi e un lusso che fino a qualche anno fa erano considerati optional da alto di gamma. Poi sono diventati in alcuni casi la prassi, con molte auto che hanno adottato il cruscotto moderno e tech, così come l’apertura keyless. L’auto infatti può viaggiare anche senza con un quadro strumenti analogico oppure con una chiave fisica ma non potrebbe mai farlo senza i vetri. Potrebbe essere infatti questa la nuova sfida per il settore dell’auto che dopo aver scoperto l’importanza cruciale dei semiconduttori, dei cablaggi e della catena di approvvigionamento, presto potrebbe scontrarsi con i costi energetici troppo elevati per consentire una normale fornitura dei cristalli per le vetture.

La crisi dei microchip ha infatti dato una stretta ad alcune dotazioni tecnologiche, portando in certi casi i costruttori di automobili a scegliere di abbandonarle momentaneamente per non rallentare ancor di più le consegne di nuove vetture. Il settore delle quattro ruote ha cercato di ovviare a questo problema conseguente alla pandemia e dopo pochi mesi si è trovata a fronteggiare anche la crisi energetica che ora potrebbe mettere a rischio le forniture di vetro. In altri settori il problema si è già palesato da mesi: nell’alimentare ad esempio, dove bottiglie e barattoli rappresentano per alcune aziende già un problema visti gli alti costi di produzione e la carenza di materie prime. Senza contare che il conflitto tra Russia e Ucraina sta bloccando anche parte delle forniture, costringendo molte aziende a scegliere altre vie.

Fuoco incrociato

In ambito automobilistico, dove la realizzazione di lastre ha comunque un processo differenze, la situazione ha già iniziato a preoccupare alcune case automobilistiche. Come Volkswagen ad esempio, che è corsa ai ripari già da alcuni mesi, aumentando gli stock nei magazzini del gruppo. Consci di quanto accaduto con i semiconduttori, VW ha voluto essere previdente, giocando d’anticipo su quella che potrebbe essere una nuova crisi pronta a colpire il settore. Una soluzione potrebbe essere quella di guardare al di fuori dei confini europei, rivolgendosi ad aziende che non risentono della crisi energetica ma l’inflazione finirà ugualmente per colpire in modo indiretto, riversando i suoi effetti sul trasporto, come già accade specialmente per gli approvvigionamenti via mare. A risentire di questo problema saranno gli automobilisti, con i marchi che potrebbero vedersi costretti a rialzare i listini per rientrare delle spese sostenute.

FP | Gianluca Sepe
@SepeGianlu RIPRODUZIONE RISERVATA

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