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MotoGP | Taramasso: "Qatar? Mi preoccupa più l'asfalto che i cordoli"

Il Gran Premio del Qatar è ormai un appuntamento fisso del Motomondiale dal 2004 e dal 2007 ha sempre aperto la stagione (anche se nel 2020 hanno corso solo Moto2 e Moto3 causa pandemia). Quest’anno però è stato spostato nella parte conclusiva del calendario, come penultimo appuntamento, per permettere un “lifting” necessario ad adattare il Lusail International Circuit agli standard richiesti dalla Formula 1, con la quale è stato firmato un contratto di lunga durata.

Nonostante i lavori fossero stati pensati proprio nell’ottica dello ritorno del Circus, che aveva già corso a Lusail una tantum nel 2021, non sono serviti a risolvere i problemi relativi ai cordoli. Se due anni fa avevano provocato diverse forature, quelli nuovi, che hanno forma piramidale nella parte più esterna, creavano delle microfratture sugli pneumatici, che per questioni di sicurezza hanno costretto la FIA e la Pirelli a ridurre a soli 18 giri la vita di ogni set di gomme per la gara lunga di domenica.

Il tutto, dopo che per la Sprint erano già stati modificati i track limits per cercare di evitare che le vetture si spingessero sulle parti incriminate. E a tutto questo si è sommato che il nuovo asfalto non era in condizioni ottimali, perché non era ancora gommato a dovere, inoltre il vento continuava a portare in pista tantissima sabbia del deserto, contribuendo a generare usura e graining.

Una situazione che inevitabilmente ha fatto suonare qualche campanello d’allarme anche per la Michelin, che tra poco più di un mese dovrà fornire gli pneumatici a tutto lo schieramento della MotoGP quando la classe regina farà visita in Qatar.

“Quando delle gomme si rovinano così è sempre un segnale d’allarme, che siano auto o che siano moto”, ha detto Piero Taramasso, responsabile due ruote dell’azienda francese, a Motorsport.com. “Noi sapevamo che l’asfalto era stato rifatto, quindi abbiamo già previsto di portare delle specifiche di back-up, una in più per l’anteriore ed una in più per il posteriore. Si tratta di soluzioni pensate per prevenire l’usura, ma è chiaro che quando vedi una situazione di questo tipo un po’ di tensione inevitabilmente te la mette”.

Piero Taramasso, Michelin

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Secondo Taramasso, però, i cordoli non dovrebbero rappresentare un problema per le gomme delle MotoGP, che nei tratti incriminati della pista non fanno traiettorie così ampie, proprio perché i piloti sanno che rischiano di cadere se arrivano sulla parte piramidale. Semmai, è l’incognita di un asfalto che non ha reso come sperato a preoccuparlo di più.

“Per le moto non credo che i cordoli saranno un problema, la cosa più problematica è la tipologia dell’asfalto, soprattutto se è aggressivo e tende a consumare la gomma, perché lì in Qatar poi il vento porta sempre tanta sabbia in pista, e questo peggiora la situazione. Quindi sì, mi preoccupa più l’asfalto che i cordoli”, ha spiegato.

“Si tratta di cordoli simili a quelli di Jerez, che sono piatti verso la parte interna e sono sempre più alti mano a mano che si va verso l’esterno: le moto quindi tendono a passare il meno possibile sulla parte che rovinava le gomme delle F1, a meno che non facciano un errore di guida, anche perché in quel caso c’è anche il rischio di cadere. Ma non è una novità che le auto siano molto più aggressive sui cordoli rispetto alle moto, perché con un maggior carico aerodinamico e con le quattro ruote hanno velocità di percorrenza molto più elevate”.

“Quindi non mi aspetto grossi problemi su questo fronte. Sull’asfalto invece dovremo capire se andremo incontro più a problemi di usura o di temperatura. E credo che sarà anche molto importante che la pista venga pulita bene prima che inizi il fine settimana, perché nel primo turno della Formula 1 abbiamo visto che veniva sollevata davvero tantissima sabbia e una situazione del genere sarebbe pericolosa per le moto”, ha aggiunto.

Tra le altre cose, confrontarsi con dei nuovi asfalti sta diventando quasi una costante per la Michelin in questa parte conclusiva della stagione. E farlo a scatola chiusa, senza avere modo di poter fare dei test prima della gara, rende sempre molto complicato scegliere le soluzioni da portare in pista nel weekend.

“Non bisogna mai sottovalutare un asfalto nuovo, soprattutto se non hai mai avuto modo di provarlo prima, anche se ci hanno assicurato che è stato rifatto con lo stesso mix che c’era in precedenza, con gli stessi fornitori, e la base precedente era buona. Però è chiaro che è complicato anticipare le scelte: quest’anno lo abbiamo fatto bene in India, su una pista completamente inedita, ma questo fine settimana avremo un fondo completamente nuovo anche a Mandalika, poi sarà la volta del Qatar e di Valencia. Inoltre anche Sepang è stata riasfaltata nel tratto tra la curva 7 e la curva 12, quindi sarà un finale di stagione con tante incognite”, ha concluso Taramasso.

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