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MotoGP | Taramasso: "In India a scatola chiusa, ma siamo pronti"

La trasferta asiatica della MotoGP inizierà con una grande incognità. Il Mondiale delle due ruote, infatti, farà tappa per la prima volta al Buddh International Circuit. Un circuito nato neanche 15 anni fa, che però è finito in disuso nel 2013, dopo appena tre edizioni del Gran Premio dell’India di Formula 1.

A complicare le cose c’è anche il fatto che le squadre non hanno avuto modo di fare un test neppure con i collaudatori, quindi scopriranno il tracciato solamente nella giornata di venerdì. Stesso discorso che vale anche per la Michelin, che deve fornire gli pneumatici a tutte le moto della classe regina. Secondo il responsabile dell’azienda francese, Piero Taramasso, non sarà semplice fare un Gran Premio al “buio”, ma sembra anche convinto che siano state prese tutte le contromosse necessarie per non avere problemi, tra sessioni allungate e soluzioni di back-up.

“Il circuito non sembra male, c’è un bel mix tra parti veloci e parti lente, anche se sarà importante vedere quale sarà lo stato dell’asfalto. Quella probabilmente è l’incognita più grande. Fare una gara a scatola chiusa non è mai facile. C’era la volontà da parte di tutti di andare a fare un test almeno con i collaudatori, ma la pista non era pronta, inoltre non sarebbe stato facile inserirlo in un calendario così fitto”, ha spiegato Taramasso a Motorsport.com.

Alla luce di questa situazione, come vi siete preparati per questo weekend?

“Non abbiamo mai girato su quella pista e non conosciamo lo stato dell’asfalto, quindi abbiamo lavorato tramite simulazione in base al layout. Dai dati emersi, sembra un tracciato simile alla Thailandia o all’Austria, che sollecitano tanto la parte centrale della gomma posteriore. Per questo proponiamo una gamma simile a quella che portiamo in Austria, con la carcassa posteriore specifica per le alte temperature, che aiuta a tenerle più basse di una decina di gradi”.

A livello di mescole invece che tipo di soluzioni avranno a disposizione i piloti?

“Le posteriori saranno asimmetriche, mentre le anteriori saranno simmetriche. Proponiamo l’allocazione standard, con tre anteriori e due posteriori basati sui dati che abbiamo ottenuto con le simulazioni. Visto che non abbiamo mai avuto modo di girare al Buddh, portiamo anche una specifica extra sia all’anteriore che al posteriore: si tratta di due gomme più dure, che noi chiamiamo back-up, da utilizzare nel caso in cui si generi troppa temperatura o che ci sia troppa usura”.

Buddh International Circuit

Photo by: Sutton Images

Il rischio è che nella giornata di venerdì, quando inizieranno le prove, la pista possa essere anche molto sporca…

“Da quello che sappiamo noi, non ci ha più girato nessuno dal 2013, quindi c’è il rischio che la pista sarà molto sporca. Però è previsto che le due sessioni del venerdì saranno più lunghe (70 e 90 minuti, ndr) e questo ci dovrebbe aiutare a capire quali gomme funzionano meglio, ma aiuterà anche i piloti ad imparare la pista ed i tecnici a trovare i setting migliori per le moto. Proprio per compensare questa situazione, i piloti potranno utilizzare una gomma in più al posteriore ed una in più al posteriore rispetto agli altri weekend di gara”.

E’ lecito attendersi che anche qui i piloti si indirizzeranno sulla soft al posteriore per la Sprint?

“E’ dura provare a fare delle previsioni, ma se tutto va bene la soft potrebbe fare la Sprint e la media la gara della domenica. Ovviamente speriamo che la hard, che è la gomma di back-up, rimanga nei box, perché sarebbe la cosa migliore per le squadre”.

Per quanto riguarda la soluzione di back-up, sarete voi a dare il via libera ad utilizzarla o le squadre possono farlo liberamente?

“Fa già parte dell’allocazione iniziale, ce l’hanno a disposizione da subito. Ne hanno tre ciascuna, che ovviamente vanno ad aggiungersi alla normale allocazione del weekend. Dunque, ne avrebbero una per fare una prova, una per la Sprint ed una per la gara di domenica se dovesse servire”.

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