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MotoGP | Quale "mistero" ha reso le Honda competitive in India?

Per la prima volta nel 2023, entrambi i piloti ufficiali della Honda si sono qualificati tra i primi sei, con Joan Mir quinto e Marc Marquez sesto.

Marquez ha portato avanti questo stato di forma anche nella Sprint, ottenendo il suo secondo podio del sabato di quest’anno con il terzo posto, mentre nel Gran Premio di domenica Mir ha centrato la sua prima top 5 in sella alla RC213V, tornando a punti per la prima volta dopo la gara inaugurale in Portogallo. Marc invece è scivolato nelle prime fasi della corsa, quando era in quarta posizione, e poi ha rimontato fino alla nona piazza.

La carcassa più rigida della gomma posteriore, che la Michelin aveva scelto per le alte temperature previste al Buddh International Circuit, in teoria avrebbero dovuto creare delle difficoltà alla Honda, come era già accaduto in precedenza quest’anno, ma questa volta non è stato così.

Fin dall’inizio del weekend, sia Mir che Marquez si sono dimostrati competitivi, confermandosi in ogni sessione, nonostante Marc abbia insistito sul fatto che venerdì era abbastanza normale che due campioni come lui ed il compagno di box si adattassero velocemente ad un circuito che era nuovo per tutti.

Il #93 ritiene che la Honda sia stata competitiva al Buddh perché quello indiano è un tracciato che ha caratteristiche simili ad Austin, dove lui ha sempre dominato in passato e dove Alex Rins ha colto l’unica affermazione stagionale per la Casa giapponese.

“E’ una pista molto simile a quella di Austin”, ha detto Marquez quando gli è stato domandato quale fosse stato secondo lui il motivo della competitività di questo fine settimana. “Voglio dire che ci sono molte curve stop & go. Per le accelerazioni bisogna fare un buon pick-up e non è nessario stare troppo sull’angolo di piega”.

“Questo è il nostro punto debole, curve lunghe come quelle di Barcellona, dove abbiamo faticato e sofferto per tutto il weekend. Ma su una pista stop & go come questa, normalmente la nostra moto funziona bene, è molto simile alle moto migliori”.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Mir, che ha ottenuto il suo miglior risultato da quando è passato a difendere i colori della Honda HRC, ha sottolineato invece quanto lo abbia aiutato il test di due settimane fa a Misano per iniziare a comprendere meglio la RC213V.

“E’ un po’ un mistero”, ha detto Mir sul passo avanti mostrato in sella alla Honda in India. “Sicuramente Marc ha fatto un passo avanti ed è riuscito ad essere un po’ più forte rispetto alle ultime gare”.

“Ma quello che è stato in grado di fare un passo avanti più grande sono stato io, riuscendo ad arrivare al suo livello o simile. Naturalmente, il test di Misano è stato importante, perché ho avuto modo di fare molti giri e alla fine ero veloce anche con le gomme usate”.

“Dunque, significa che abbiamo capito qualcosa che mi ha permesso di recuperare un po’ di fiducia. E quando siamo arrivati su questa pista completamente nuova, sfruttando anche la mia capacità di adattarmi più velocemente degli altri, siamo stati subito veloci”.

“Abbiamo potuto continuare a crescere durante tutto il weekend. E’ statao fantastico, non me lo aspettavo. Mi aspettavo di essere veloce venerdì, ma poi in qualifica è andata molto bene. Poi nel Warm-Up abbiamo mostrato un buon ritmo e in gara abbiamo lottato per delle buone posizioni”.

Photo by: Srinivasa Krishnan

La prossima settimana la MotoGP farà tappa a Motegi, su una pista simile al Buddh International Circuit per caratteristiche, inoltre tornerà la carcassa standard per il posteriore, che è quella preferita di Marquez.

“Sarà interessante capire come andranno le cose a Motegi, soprattutto perché avremo la carcassa standard, che normalmente aiuta il mio stile di guida, ma credo che anche gli altri piloti saranno più veloce”, ha detto Marc, che poi ha spiegato la sua caduta nella gara lunga.

“Su questa pista siamo stati in quinta posizione per tutto il weekend, considerando che Bezzecchi, Bagnaia, Martin e Marini erano più veloci di noi. Ma, a parte questi quattro, sono stato complessivamente il quinto più veloce”.

“Per questo motivo, oggi ho corso qualche rischio in più e sapevo che avrei dovuto prendermelo nei primi dieci giri. Se fossi riuscito a seguire i piloti della Ducati, allora negli ultimi giri sarei stato lì, perché con la gomma usata di solito vado bene”, ha concluso.

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