McLaren 750S: dimensioni, interni, motori, prestazioni, foto

Avvicendamento al vertice della gamma delle vetture di produzione di serie – se così si può dire – della McLaren. La casa di Woking svela infatti la 750S, che raccoglie il testimone dalla 720S. Se esteticamente non si discosta molto dalla progenitrice, la nuova arrivata cambia molto sotto la pelle, per offrire il massimo in termini di performance, coinvolgimento del guidatore e tecnologia di bordo: in concreto, l’obiettivo è regalare al pilota prestazioni da hypercar in un pacchetto da “super”. Disponibile nelle varienti Coupé e Spider, la 750S arriverà nei prossimi mesi a un prezzo non molto distante da quello del modello attuale (ovvero, poco più di 278 mila euro).

La McLaren di serie più leggera e potente. È arrivato per la longeva McLaren 720S il momento di lasciare la cima della gamma delle vetture “di serie” della casa di Woking. È stata presentata infatti la nuova 750S, che evolve dalla fortunata progenitrice dopo un’analisi meticolosa di quello che andava lasciato come è – molto – e di cosa poteva essere migliorato. In particolare, la 750S, che sarà disponibile Coupé o Spider, fa diversi passi avanti in termini di risparmio di peso, prestazioni del motore, aerodinamica e handling, candidandosi a nuovo punto di riferimento nel panorama delle supercar. Pensata per i puristi e senza suggestioni future di ibridizzazione o di elettrificazione, la vettura beneficia di circa un 30% di componenti interamente nuovi o fortemente modificati rispetto alla 720S. Il tutto ruota sapientemente intorno al telaio monoscocca in fibra di carbonio, marchio di fabbrica della casa già dai tempi della MP4/1 di Formula 1 negli anni Ottanta.

McLaren 750S (2023)

Fuori riprende la 720S. Visivamente, la 750S si limita a perfezionare il design della 720S con una nuova sezione inferiore del muso, che incorpora uno splitter anteriore esteso e prese d’aria più strette che inglobano i fari; sono riviste anche le altre prese d’aria presenti sul corpo vettura, comprese quelle sui passaruota posteriori. Sono d’impatto dal punto di vista estetico, ma assolutamente dettate dalle esigenze di raffreddamento del motore e di gestione dei flussi d’aria in termini di carico aerodinamico. Le modifiche di forma al retrotreno sono invece funzionali a ospitare il ponte posteriore ridisegnato e allungato, con l’aria che viene incanalata attraverso l’alettone attivo rialzato e allungato, posizionato sopra il nuovo scarico centrale a singola uscita. I bordini dei fari sono ora opzionalmente colorati in tinta con la carrozzeria o in fibra di carbonio, che, come optional, può rivestire anche le prese d’aria del paraurti anteriore e il paraurti posteriore.

Tanto lavoro su sospensioni e sterzo. Le vere novità della 750S, dunque, sono altrove. Cominciamo dalle sospensioni idrauliche Proactive Chassis Control, che debuttano con una versione riveduta e corretta – la PCC III – proprio con questa vettura. Sono riviste le tarature dei diversi elementi, ad esempio con le molle degli ammortizzatori più morbide all’anteriore e più rigide al posteriore rispetto alla 720S; insieme alla riconfigurazione degli altri elementi passivi e attivi contribuiscono a migliorare il comfort di guida, il controllo del rollio così come la risposta dello sterzo e la distribuzione delle masse in curva. Il tutto riducendo, grazie al nuovo design, il peso di circa 2 kg. Le modifiche a componenti e software apportate al PCC III contribuiscono a raggiungere quello che forse è l’obiettivo più ambizioso degli ingegneri della casa inglese: migliorare la risposta di telaio, sterzo e altri elementi alle richieste del pilota, rendendo l’esperienza di guida sia in pista che su strada meno asettica a parità di potenziale in termini di prestazioni. La 750S è infatti anche più agile della vettura che sostituisce, con una migliore aderenza all’anteriore – complice la carreggiata più larga di 6 mm e una nuova geometria delle sospensioni – e beneficia di uno sterzo elettroidraulico ora più veloce e dotato di una nuova pompa di servoassistenza.

V8 affinato. Gli ingegneri di Woking hanno affinato il propulsore M840T, V8 biturbo di 4.0 litri capace di erogare 750 CV e una coppia di 800 Nm, abbinato a un cambio sequenziale a 7 rapporti di derivazione F.1. Rispetto alla trasmissione della 720S, qui troviamo una gestione rivista del kick-down e un rapporto di trasmissione finale più breve del 15%, che porta ad un’accelerazione ancora più rapida: lo 0-200 km/h viene archiviato in 7,2 secondi (7,3 per la spider), mentre lo 0-100 km/h scende a 2,8 secondi. Per la guida allegra in staccata c’è poi la nuova funzione di “downshift limit”, che consente al pilota di richiedere la scalata di marcia anche se il regime di rotazione del motore non la permetterebbe: sarà la centralina a dare da sola il consenso solo quando le condizioni (giri del motore e velocità della vettura) permetteranno il passaggio senza un doloroso fuorigiri. Si attiva nelle modalità Sport e Track, ma solo quando la pressione frenante supera una determinata soglia.

Interni da corsa, con qualche concessione. Dentro, la 750S fonde tecnologia innovativa e materiali pregiati, pur mantenendo l’impostazione incentrata sul pilota che contraddistingue la produzione della casa di Woking. La nuova arrivata si differenzia in due modi: da un lato con una rinnovata disposizione dei controlli di guida, dall’altro qualche piccola concessione al confort. Al centro dell’esperienza ci sono nuovi display, con quello della strumentazione montato sul piantone dello sterzo (che quindi si sposta in funzione della regolazione dello stesso, mentre quello della 720S era fisso sulla plancia). Ai lati di questo display sono ricollocati i comandi – su entrambi i lati – per selezionare le impostazioni di powertrain e handling e muoversi senza sforzo tra le impostazioni Active Dynamic Comfort, Sport e Track mantenendo le mani sul volante. Debutta poi sulla 750S il McLaren Control Launcher (MCL), un pulsante identificato dal celebre logo “Speedmark” della casa inglese che consente di richiamare, senza districarsi tra i sottomenu, un set di preferenze (relative a aerodinamica, maneggevolezza, powertrain e trasmissione) impostato in precedenza. McLaren vede la 750S come una supercar adatta alla pista, ma utilizzabile dai fortunati possessori anche nella guida quotidiana: troviamo, quindi, la compatibilità con Apple CarPlay e il nuovo Central Information Screen, che presenta una grafica più ricca e dettagliata. Sono stati poi aggiornati anche i sistemi di telecamere Rear View e Surround View, mentre per evitare le insidie dei dissuasori di velocità o dei terreni più sconnessi è stato migliorato il sistema di sollevamento del veicolo, che alza la parte anteriore della 750S in soli quattro secondi alla pressione di un tasto. Infine, se non volete farvi cullare solo dal rumore del V8, c’è anche il nuovo sistema audio Bowers & Wilkins specifico, caratterizzato da un amplificatore più potente e dagli altoparlanti a cono.

Ode alla leggerezza, anche scoperta. Beneficiando della monoscocca di carbonio e di tutte le opzioni “leggere” extra di fibra, la Coupé pesa 1.277 kg a secco, mostrando un lusinghiero rapporto peso/potenza di 587 CV per tonnellata. La riduzione di peso è molto significativa anche per la Spider, che fa fermare l’ago della bilancia a soli +30 kg rispetto alla sorella coperta. Altri accorgimenti riguardano i sedili da corsa con guscio in fibra di carbonio (più leggeri di 17,5 kg rispetto a quelli base di una 720S) e i nuovi cerchi forgiati ultraleggeri a 10 razze che consentono di togliere ulteriori 13,8 kg. L’attenzione al peso non risparmia neppure il nuovo display della strumentazione (-1,8 kg) e il parabrezza (-1,6 kg).

Si può avere con i freni della Senna. I clienti più pistaioli potranno poi chiedere un aggiornamento dei freni pensato per l’impiego estremo in pista, progettato utilizzando dischi carboceramici e pinze monoblocco derivate dal sistema già visto sulla McLaren Senna, insieme a un nuovo servofreno e a una tecnologia di raffreddamento delle pinze ispirata alla Formula 1. Sono disponibili poi come optional anche gli pneumatici Pirelli P ZERO Trofeo R pensati per le corse. Sempre per piantare la vettura a terra e ottimizzare ulteriormente l’efficienza aerodinamica, in McLaren hanno riprogettato anche la superficie dell’alettone posteriore attivo, che è allungato rispetto alla 720S e offre all’aria una superficie maggiore del 20%.

Arriverà nei prossimi mesi. La nuova McLaren arriverà sul mercato tra qualche mese, ma si sa già che la produzione per il 2023 è già tutta prenotata. A chi pensa che questa sia l’ultima McLaren dal motore puramente a combustione i manager di Woking rispondono in maniera netta: il marchio non ha nessuna fretta di abbracciare in toto l’elettrificazione, peraltro già rappresentata a listino dalla Artura. È decisamente improbabile, dunque, che la 750S – il cui telaio non è stato disegnato per ospitare powertrain alternativi – sia l’ultima supercar del marchio inglese dedicata ai puristi dell’endotermico.