La MCL38 è subito stata presentata come un’evoluzione della monoposto della scorsa stagione, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche di caratteristiche. Tuttavia, il team non ha mai nascosto che gli ingegneri non erano stati in grado di centrare tutti gli obiettivi in termini di sviluppo, tanto che il primo vero pacchetto di aggiornamenti dovrebbe arrivare solamente tra Miami e Imola.
La vettura è sì più competitiva di 12 mesi fa, quando fu suo malgrado protagonista di un avvio di stagione estremamente negativo, ma non abbastanza per fronteggiare con costanza la Ferrari. Per il momento, infatti, la scuderia italiana si è dimostrata seconda forza sia in qualifica che sul passo gara in entrambi i primi tre appuntamenti del mondiale, tra l’altro con la bella vittoria in Australia, seppur agevolata dal ritiro di Max Verstappen.
Alle spalle della vettura del Cavallino per ora si sono alternate Mercedes e McLaren, con la squadra di Woking che in due appuntamenti su tre non ha poi concluso nemmeno così distante dalla Rossa, mostrando qualche segnale convincente. La sensazione iniziale è che SF-24 sia un’auto più equilibrata e completa della MCL38: per quanto entrambe abbiano determinati punti di forza e chiare debolezze, la vettura italiana è forse quella che riesce a trovare il miglior compromesso tra le varie tipologie di curve, ma anche nel confronto tra performance in qualifica e prestazione in gara.
Lando Norris, McLaren MCL38
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Da questo punto di vista, a Jeddah si è notato anche il delta di performance tra qualifica e gara in casa McLaren: se sul giro secco la vettura ha pagato la scarsa efficacia a DRS aperto e le difficoltà nelle curve a lunga percorrenza, tanto da scivolare dietro Aston Martin, durante la corsa sono invece emersi altri pregi, come l’efficienza nelle curve molto veloci. Questi aspetti sono emersi anche a Melbourne, tra l’altro tracciato dove la MCL60 si difese discretamente nonostante il pessimo avvio di campionato, tanto che, pur sfruttando diversi ritiri e penalizzazioni, Lando Norris fu in grado di centrare la zona punti.
Le aree più problematiche della MCL38 richiamano le difficoltà già osservate sulla sua progenitrice: oltre alle basse velocità di punta sugli allunghi, soprattutto su piste tendenti al basso carico, sia l’auto della scorsa stagione che la monoposto di quest’anno presentano anche un fastidioso sottosterzo nelle curve molto lente dove bisogna fare affidamento sull’anteriore. Ciò lo si è potuto apprezzare in maniera chiara anche in Australia ed emerge nettamente andando ad osservare i dati dei giri più veloci.
Chiaramente Carlos Sainz ha commesso un errore nel suo ultimo tentativo in Q3 nel rapido cambio di direzione 9-10, ma anche andando a prendere i run precedenti, emerge come la MCL38 abbia mantenuto le sue ottime doti nei tratti ad alta velocità. Ciò lo si era visto anche nella sequenza del primo settore in Arabia Saudita, dove la McLaren si piazzava alle spalle della sola Red Bull, tutt’ora riferimento in quella tipologia di curve dove conta molto il primo input di volante.
Foto di: Andrew Ferraro / Motorsport Images
Tuttavia, a pesare in maniera ancor più chiara sono le prestazioni nei tratti a bassa percorrenza, non solo in qualifica, ma anche in gara, tanto che è stato uno dei motivi per cui Norris non è stato in grado di strappare il secondo posto a Leclerc anche con gomme più fresche. Andando ad osservare i riferimenti telemetrici del sabato, emerge in modo netto come i punti in cui la MCL38 ha riscontrato le maggiori difficoltà siano curva 3-4 nel primo settore e curva 13, quella che precede l’immissione sul rettilineo di partenza. In questa tipologia di curve, l’anteriore non riesce a consentire una buona rotazione della vettura, costringendo i piloti a dei compromessi.
Lo stesso discorso vale anche per curva 13, dove McLaren è costretta a sacrificare l’ingresso e la fase di percorrenza per puntare su una miglior accelerazione in uscita. Al contrario, la Rossa riesce ad essere ben più incisiva in entrata portando maggior velocità a centro curva, per poi patire qualcosina in uscita, ma senza compromettere eccessivamente le performance registrate nell’intero tratto.
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
Questi problemi sulla MCL38 si sono poi ripresentati anche domenica sulla lunga distanza ed è in parte proprio per questo motivo che Norris non è stato in grado di battere Leclerc, nonostante un sensibile vantaggio in termini di vita delle gomme.
“Siamo molto forti nelle curve ad alta velocità, ed è per questo che siamo andati bene qui in Australia, ma perdiamo tanto tempo nelle curve più lente. Se riuscissimo a migliorare un po’ questo aspetto, nella maggior parte dei fine settimana sarei fiducioso di poter competere per il podio e per buoni punti. Ci mancano alcune piccole cose, ma stiamo lavorando e non appena lo faremo, le cose andranno molto meglio”, ha spiegato Norris al termine della corsa, evidenziando come questo rimanga un tema da affrontare con una certa priorità.
Anche per questo McLaren guarda con maggior fiducia a Suzuka, dove ci saranno meno curve a bassa velocità: “La notizia positiva è la Ferrari non è molto più veloce. Eravamo molto vicini, il che credo sia incoraggiante per il Giappone, dato che ci saranno più curve ad alta velocità [rispetto a quelle a bassa velocità]”, ha aggiunto Andrea Stella.
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