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F1 | McLaren: forte nel veloce, ma ha pagato l'effetto DRS

Alla vigilia dell’appuntamento in Arabia Saudita, i piloti della McLaren non aveva nascosto che, almeno sulla carta, la pista di Jeddah avrebbe potuto essere più favorevole alle caratteristiche della MCL38 che, sotto certi punti di vista, trova diversi aspetti in comune con l’auto che l’ha preceduta.

Come la MCL60, anche la nuova monoposto continua ad essere particolarmente efficace nelle curve ad alta velocità, ma paga sui rettilinei, in particolare quando si deve fare affidamento sul DRS, e le curve molto lunghe, come si era ad esempio ben visto lo scorso anno a Miami.

Pur con i suoi limiti, nella passata stagione proprio Jeddah fu una delle tappe migliori per la McLaren in un difficile avvio di campionato, grazie a una qualifica che la vide accedere alla Q3 con Oscar Piastri, per quanto in gara tutto naufragò già nei primi giri a causa di un contatto.

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Oscar Piastri, McLaren F1 Team, parla con i media

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Durante questo fine settimana, la scuderia di Woking è riuscita a monopolizzare la terza fila, ottenendo il quinto e sesto posto rispettivamente con l’australiano e il suo compagno di casacca, Lando Norris. Il weekend non è stato dei più semplici, perché in realtà già al termine delle libere entrambi i piloti avevano indicato come non fossero completamente soddisfatti del bilanciamento: nonostante si trattasse di un buon punto di partenza, in McLaren pensavano di essere fuori dalla lotta per la lotta per le primissime posizioni, anche se una buona FP3 aveva quasi illuso, non tanto per i tempi fatti, ma per i giri abortiti in cui si era mostrato un buon passo.

Su una pista come quella di Jeddah, dove conta molto la fiducia e il feeling con la monoposto, entrambi i piloti hanno infatti notato dei miglioramenti grazie alle modifiche apportate tra giovedì e venerdì, ma ciò non è bastato per insidiare le prime due file, distante oltre tre decimi.

“Penso che oggi la macchina si sia comportata bene in qualifica. Penso che l’asfalto e il layout del circuito siano più favorevoli rispetto al Bahrain. Per quanto riguarda l’aspetto puramente tecnico, forse non siamo stati abbastanza aggressivi nelle prove in alcuni aspetti e in qualifica forse abbiamo esagerato un po’ per compensare la situazione e abbiamo dovuto rallentare un po’”, ha raccontato Piastri dopo le qualifiche.

L’australiano ha iniziato la giornata con una monoposto forse anche troppo neutra, come poi spiegato dal Team Principal Andrea Stella e, nel momento in cui è andato in qualifica, è rimasto sorpreso da certi comportamenti della vettura, arrivando anche a  toccare il muretto in uscita dall’ultima curva. Ciononostante, i piloti si sono detti soddisfatti del passo in avanti tra le due giornate.

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Oscar Piastri, McLaren MCL38

Sul piano competitivo, ad aver pesato è soprattutto il distacco accumulato in due sezioni piuttosto specifiche della pista, ovvero i rettilinei e le curve particolarmente lunghe, su cui il team è consapevole che serve un lavoro specifico in chiave futura.

Già in Bahrain, la MCL38 aveva denotato velocità di punta inferiori rispetto ai rivali, ma in quel caso a pesare era stata anche l’ala posteriore più carica rispetto ai rivali, tanto che McLaren aveva registrato il settore record nel secondo intertempo, quello più guidato. A Jeddah si è invece presentata con un’altra ala posteriore, più scarica e che presenta uno scavo nella sezione centrale dietro all’attuatore del DRS, poi provata anche con differenti configurazioni di beam wing, tra cui l’opzione con un singolo elemento.

Tuttavia, ciò non è bastato per tenere il passo dei rivali, anche perché l’ala non è comunque tra le più scariche del lotto, in modo da mantenere un buon equilibrio nei tratti a media e alta velocità. Il gruppo tecnico è comunque ben consapevole che, come lo scorso anno, la base di questa monoposto non è ottimizzata per gli scenari da basso carico, pagandone poi il prezzo in pista.

Osservando i riferimenti telemetrici, ciò lo si nota su tutti e tre gli allunghi in cui è offerta la possibilità di aprire il DRS, dove si può apprezzare come il gap aumenti in maniera considerevole. Inoltre, alla fine dei rettilinei emerge anche come la MCL38 abbia pagato un clipping [il taglio di potenza dalla parte ibrida] alquanto marcato, probabilmente dovuto alle caratteristiche della vettura e alla differente configurazione aerodinamica rispetto ai rivali.

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Confronto telemetrico tra Piastri e Verstappen in Q3: si noti la differenza di velocità sui rettilinei

Foto di: Gianluca D’Alessandro

Infatti, gli altri motorizzati Mercedes non hanno mostrato lo stesso comportamento durante questo fine settimana, ma l’anno passato non era inusuale vedere del derating nella parte conclusiva degli allunghi, proprio come si è visto ieri in Arabia Saudita.

Soffermando l’attenzione sull’ultimo rettilineo, si può notare come il gap si allarghi progressivamente nella zona in cui è possibile utilizzare il DRS, fino ad arrivare a circa 5 km/h, per poi estendersi ancor di più nel momento in cui la Power Unit va a tagliare il supporto dell’ibrido, ampliando il delta fino a ben 9 km/h.

“Penso che questa pista sia interessante perché c’è una varietà di curve, come una sezione a bassa velocità, la prima e la seconda, una sezione ad alta velocità, poi ci sono un paio di lunghe curve a U alle due estremità della pista, una curva 13 e l’ultima. Anche in qualifica vediamo che in alcuni tratti, come quelli ad alta velocità, curva 7, 8, 9, siamo molto forti, guadagniamo tempo”, ha spiegato il Team Principal Andrea Stella, il quale ha sottolineato le bontà della MCL38 nei tratti ad alta velocità, dove in effetti non è riuscita a reggere il passo della sola Red Bull, riferimento del weekend, mentre è in grado di essere più efficace di Ferrari, Mercedes e Aston Martin. Una caratteristica che la nuova monoposto si porta con sé dalla MCL60, che in questi tratti spesso riusciva a fare la differenza.

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Lando Norris, McLaren MCL38

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

“Ma poi nelle curve troppo lunghe perdiamo tempo. Non è una sorpresa. Ed è uno dei motivi per cui non siamo più in alto in griglia. È questa l’area su cui ci stiamo concentrando da tempo per migliorare le nostre prestazioni. L’altra area in cui sembriamo perdere tempo è quella dei tratti in cui viene utilizzato il DRS”.

“In realtà, la nostra velocità massima era competitiva quando non si poteva utilizzare il DRS, ma poi, soprattutto rispetto alla Red Bull, perdiamo tempo dove si può aprire l’ala mobile”, ha spiegato Stella, prima di aggiungere che dovrebbero arrivare delle novità nel primo terzo della stagione per affrontare nello specifico queste debolezze.

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