La truffa dell’anello colpisce ancora: ecco come funziona e a cosa stare attenti
Il modus operandi, a parte qualche variabile, è sempre lo stesso: uno schema ripetitivo ma comunque molto efficace, dato che si sfrutta il buon cuore delle persone che finiscono nella rete dei malviventi. In genere i truffatori fermano la propria autovettura sul ciglio della strada, fingendo di avere il mezzo in panne o di essere rimasti improvvisamente a secco di carburante.
Prima o poi qualcuno si ferma a prestare soccorso al presunto sventurato, ed è allora che scatta la trappola. La vittima in genere si propone di aiutare l’automobilista consegnandogli del denaro sufficiente a mettere quel tanto di benzina necessario ad uscire da quella situazione di difficoltà. Il truffatore a quel punto rilancia, chiedendo la consegna di una somma di denaro più alta e offrendo in pegno, in cambio per il “disturbo”, un anello d’oro. Peccato che in realtà si tratti di un oggetto di scarso valore, ma quando la vittima se ne rende conto è ormai troppo tardi.
Quando l’automobilista si rende conto dell’inganno è troppo tardi, ma per sua fortuna era riuscito a raccogliere qualche informazione utile agli inquirenti per risalire all’identità dei truffatori. Dopo la denuncia, gli uomini della squadra mobile di Piacenza entrano in azione e individuano i malfattori, tutti e quattro cittadini romeni da poco in Italia specializzati proprio in questo genere di raggiro. Le autorità hanno già dato avvio alle pratiche per emettere nei loro confronti un foglio di via obbligatorio dalla provincia di Piacenza.