Un autovelox in azione
Questo perchè, sottolinea l’esperto, «la sentenza della Cassazione fa una distinzione tra approvazione e omologazione dell’autovelox. Sembra il classico cavillo giuridico ma in realtà di stratta di una questione molto importante: questi termini infatti non devono essere affatto essere confusi, dice la Cassazione. L’approvazione è un procedimento preliminare, un presupposto. Ma deve essere finalizzato, deve arrivare a un’omologazione che è un procedimento ben più puntuale sul macchinario e che garantisce -sottolinea l’esperto- che quest’ultimo rileva in maniera giusta la velocità. Il codice della strada infatti dice che solo i macchinari omologati possono elevare in maniera corretta delle multe. Se il macchinario è solo approvato e non omologato come nel caso di Treviso la multa è stata elevata in modo irregolare. E tutti questi verbali possono essere potenzialmente quindi contestati», sottolinea.
Come procedere quindi se l’autovelox non è omologato? «Se l’omologazione non dovesse essere presente allora il cittadino può ragionevolmente impugnare il verbale o presso il Giudice di pace o presso il Prefetto. Attenzione perchè come sempre ci sono dei pro e contro: il giudice di pace ha dei tempi più stringenti ma offre le garanzie del giudizio ordinario, il prefetto invece ha tempi più ampi per il ricorso, 60 giorni, ma si tratta di un procedimento amministrativo», sottolinea. Nessuna speranza invece per quanti hanno già pagato le multe ricevute. «Per i verbali già pagati -spiega l’esperto- non c’è più nulla da fare perchè si genera acquiescenza». Di certo per Udicon la sentenza della Cassazione deve rappresentare uno spartiacque. «Noi auspichiamo che questa sentenza della Cassazione faccia riflettere sul sistema delle sanzioni del Codice della strada in generale, perchè a volte sono poche proporzionali e quindi da ridisegnare complessivamente», conclude.