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Giornata del gatto – Da Felix al “testimonial” Corvette, il migliore amico dell’automobilista

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Giornata del gatto – Da Felix al “testimonial” Corvette, il migliore amico dell’automobilista

A guardarlo così non lo diresti mai. Eppure, quel distributore automatico di peli, graffi e fusa che per gli Antichi Egizi era addirittura una divinità, è stato l’animale che ha inaugurato la mobilità, proiettandola su maxischermo gigante. In occasione della giornata del gatto, o anche festa del gatto, val la pena ricordarlo. Infatti, fu proprio Felix the Cat che nel 1919 fece vedere al mondo intero che i “cartoon”, i cartoni, potevano essere anche animati. La verità è che prima di topolini, papere e coyote, è stato proprio questo gatto nero, creato dall’australiano Pat Sullivan, a sgambettare nelle sale dei cinematografi di tutto il pianeta. per questo che, quasi un decennio prima che un cavallino rampante passasse dalla carlinga di un aereo al muso di un’Alfa, ci ha pensato questa bestia più sorniona a diventare il simbolo del motorismo: finendo nell’insegna luminosa di uno dei primi autosaloni d’America. Siamo nel 1921 e un tal Winslow, di cognome Felix, decide di aprire la propria concessionaria Chevrolet. Siamo agli albori di tutto e la capitale del cinema per ora è solo un sobborgo della Città degli angeli (Los Angeles). Winslow ha bisogno di attirare l’attenzione. L’automobile fa gola a molti, ma non è così nota ai più. Ci vuole qualcosa di graffiante, ma anche vagamente familiare, che sappia di accoglienza domestica Proprio come un gatto, ecco. E così una sera, parlando con Pat, gli viene in mente che il cartone animato del suo amico si chiama proprio come lui. Bingo! A conti fatti la scelta è stata indubbiamente azzeccata, visto che da più di 100 anni, il fumettoso gatto nero è il santo patrono del più vecchio Salone di Los Angeles.

Qualità feline. Da icona a benchmark il passo è breve. Negli anni ’50, infatti, Corvette, per decantare la comodità dei sedili della spider più sexy d’America, ci piazza su un bel micio, con tanto di slogan: “Un divanetto da cui non vorrai più scendere”. Altro marchio del gruppo GM, Pontiac, si concentra invece sulle doti dinamiche del divin felino, equiparandole a quelle della nuova Catalina. Che guarda caso è scattante, bilanciata, con una durata garantita di 9 vite Insomma, una scelta perfetta, anzi, “purr-fect” (come recita la pubblicità). Da questa parte dell’oceano, invece, sono i francesi a metterlo nel sacco, puntandoci sopra i riflettori, anzi i fanali. Già, perché è proprio su quegli occhi brillanti, metafora perfetta dei fari potenti, che Marchal investe per costruire la propria identità pubblicitaria. Ma il gatto può essere anche una bestia nera. Specie quando ti attraversa davanti. Ecco perché a Villa Inferno, in quella Romagna che sa ancora di Fellini, sul ciglio della strada al posto degli autovelox avevano piazzato una silhouette felina di legno. Nero. Contro la scaramanzia non si può far ricorso

Dove osano i mici. La verità è che il gatto è abituato a volare ben più in alto. E questo già da prima che i selfisti da salotto gli facessero scalare le vette delle classifiche dei video più visti di TikTok. il 1939 quando il 51esimo stormo della Regia Aeronautica, creato per difendere l’Urbe, comincia a sfoggiare sulle carlinghe dei propri aerei il famoso gatto nero che si avventa su tre ratti. La scelta del loro colore, poi, non è casuale e il messaggio è chiarissimo: ti faremo vedere i sorci verdi. Negli Stati Uniti intanto, la Grumman, uno dei costruttori di aeroplani militari più famosi della storia, ha battezzato addirittura un’intera serie di velivoli coi nomi di felini. Da quelli più selvatici come i Wildcat della Seconda Guerra Mondiale all’ultimo Tomcat, l’F-14 dei Top Gun. Che poi è quello della toppa più bella della giacca Avirex che Tom Cruise sfoggia nel film del 1986.

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