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A cavalcare l’onda lunga della doppietta in terra australe ci hanno pensato i più avventurosi, spesso rumorosi, che sfruttando anche qualche dichiarazione sicuramente ottimistica del nostro demone francese (al secolo Fred Vasseur) si sono lasciati andare a considerazioni degne del più grottesco dei multiversi.
In primis, in queste due settimane scarse, Carlos Sainz è diventato improvvisamente più valido, forte, affidabile e talentuoso di qualsiasi altro pilota che abbia mai vestito il Rosso. Non per colpa dello spagnolo, pilota consistente, veloce, sicuramente fortissimo. Ma arrivare a leggere da ogni parte quanto sia stato sbagliato non rinnovare questo Sainz da titolo per prendere quella pippa di Lewis Hamilton, il più vincente di sempre, suona un po’ esagerato. Come sempre, manca la misura.
E la Red Bull RB20? Una macchina che mangia le gomme, ispirata evidentemente alla Ferrari SF-23. Il guasto ai freni a Melbourne? Inesistente. Un po’ come l’Australia che non esiste per i terrapiattisti, la Red Bull semplicemente è stata tolta dall’equazione perché il ragionamento Ferrari-centrico aiuta sempre.
Insomma, con l’augurio che la SF-24 sia un fulmine di guerra e che a Maranello abbiano compiuto il vero miracolo sportivo del secolo, non vorremmo che Suzuka presenti un conto salatissimo per i più “ottimisti”. L’errore più grande sarebbe pensare che un problema tecnico al brake-by-wire, di tipo elettronico, possa compromettere un dominio scolpito nella pietra. Come diceva Ayrton Senna, sognare è lecito ma nel sogno va intravista la realtà.
Antonino Rendina