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F1 | Nel "bottone magico" Honda c'è il segreto della pole di Max?

Durante gli anni dell’egemonia Mercedes uno dei tormentoni era il “bottone magico”, ovvero la mappa da qualifica (ai tempi consentita dal regolamento) che permetteva per pochi giri di spremere il massimo dalla power unit.

Tutti i piloti motorizzati dalla Casa tedesca centellinavano con attenzione i km a disposizione, un plus prezioso soprattutto su alcune piste. Nelle qualifiche disputate oggi a Melbourne la Red Bull è sembrata avere un “bottone magico”, qualcosa che ha consentito a Verstappen e Perez di fare un salto in avanti in Q3, nel momento cruciale.

Carlos Sainz, Ferrari SF-24

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Sainz e Leclerc hanno concluso in prima e seconda posizione la Q2, Carlos leader con il crono di 1’16”189, Charles secondo (1’16”304). La Ferrari sembrava esserci, Verstappen ha chiuso il secondo turno girando in 1’16”387, Perez quinto (1’16”631). “Sia la Q1 che la Q2 non sono state delle sessioni molto buone”, ha commentato Verstappen a fine giornata, ed anche i team-radio di Max hanno testimoniato un comportamento non perfetto della monoposto. Poi, in Q3, ecco il salto. Verstappen ha abbassato il suo crono di 0”472, Perez di 0”357, un miglioramento che ha permesso alle due Red Bull di piazzarsi in prima e terza posizione. In Q3 Sainz ha migliorato di 4 millesimi, Leclerc (complice un suo errore) ha peggiorato di 0”131.

Max Verstappen, Red Bull Racing

Foto di: Mark Sutton

Verstappen è stato vago su cosa ha determinato il colpo di reni finale. “Non siamo partiti bene – ha commentato Max – in Q1 e Q2 non credevo molto alla possibilità di fare mia la pole, poi abbiamo messo a punto delle piccole cose che si possono fare durante le qualifiche, e alla fine queste modifiche ci hanno permesso di fare la differenza. La temperatura si è alzata progressivamente, nei primi due turni la pista era più lenta e giro dopo giro il grip è aumentato. In Q3 mi sono ritrovato nelle condizioni migliori per spingere la monoposto davvero al limite, in entrambi i giri veloci”.

I tecnici della Red Bull hanno lavorato tenendo presente le condizioni in cui si sarebbe svolta la Q3. Verstappen dopo il primo giro in Q1 si è lamentato molto dell’inserimento della monoposto, ma con il progredire della gommatura dell’asfalto il grip è venuto incontro alla monoposto, trovando il binomio perfetto nei due giri finali.

Anche Verstappen ci ha messo del suo, il margine di 0”359 su Perez non è cosa da poco in una pista come Melbourne, e ancora una volta Max è stato in grado di mettere tutto insieme quando serviva. “Ho provato a fare del mio meglio – ha confermato Max – c’è sempre qualcosa di meglio che si può fare in ogni curva, posso dire di essere soddisfatto dei due giri finali fatti in Q3”.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB20

Foto di: Sam Bagnall / Motorsport Images

La pole position ha raddrizzato un sabato non dei più semplici per il box Red Bull. Nella serata di ieri mentre procedeva il lavoro sul simulatore di Milton Keynes per rimediare ai problemi di setup emersi nelle prove libere, dalla Honda è arrivata la poco gradita notizia relativa alla power unit di Verstappen.

Il duro passaggio in FP1 sul cordolo esterno della curva 10 non ha solo danneggiato il fondo della monoposto (problema costato a Max 20 minuti di attesa prima di scendere in pista nella sessione FP2) ma anche la power unit. La squadra ha dovuto sostituire l’unità sulla vettura numero 1, e la stessa Honda non è certa di poter recuperare la power unit per un utilizzo futuro.

È di fatto il primo imprevisto tecnico stagionale per la Red Bull, anche se si tratta di un problema minore. L’attenzione adesso è tutta sui 58 giri in programma domani, e sui temuti (da tutti) problemi di graining. Partire davanti è sempre un buon vantaggio se si affronta una corsa con qualche interrogativo sulla gestione degli pneumatici, e Verstappen si è messo nella migliore delle posizioni per poter dettare il ritmo.

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