La stagione della Ferrari è iniziata certamente nel migliore dei modi possibili, considerando le grosse difficoltà riscontrate nel 2023 e la forza spaventosa della Red Bull. Il distacco sul team di Milton Keynes si è evidentemente ridotto, e la Scuderia di Maranello è stata anche in grado di vincere, con doppietta, alla terza gara, sfruttando i problemi avuti sulla RB20 di Verstappen in Australia, certo, ma dimostrando di potersela giocare ad armi pari anche nell’eventualità in cui il campione olandese fosse rimasto in pista. La gestione gomme è una delle caratteristiche principali di questa monoposto, ben diversa rispetto alla sua predecessora, e ce lo spiega Callum Frith, ingegnere responsabile delle prestazioni degli pneumatici della Ferrari nell’anteprima del Gran Premio del Giappone, banco di prova molto importante sotto questo punto di vista.
“A Suzuka abbiamo molte curve veloci, quindi i livelli di energia nelle gomme sono tra i più alti dell’intera stagione. Per questo motivo Pirelli porta le tre mescole più dure (C1, C2, C3), che vengono utilizzate solo nelle piste più impegnative per gli pneumatici. Inoltre, l’insolita forma a otto del tracciato comporta un alto grado di stress su tutte e quattro le gomme, con il setup della vettura e il meteo – qui sempre imprevedibile – che giocano un ruolo importante. Se aggiungiamo anche un asfalto molto abrasivo, è facile intuire che possiamo aspettarci una gara con alto degrado delle gomme e strategie a più soste. Insomma, questo weekend sarà una prova impegnativa per le gomme da tutti i punti di vista!”.
Dopo le prime tre gare possiamo dire che la SF-24 gestisce meglio le gomme rispetto alla SF-23. Da cosa deriva questo miglioramento?
Parliamo di te: come sei arrivato in Ferrari? Da dove nasce la tua passione per il motorsport?
“Sono appassionato di motorsport fin da bambino, quando guardavo la Formula 1 in televisione e non mi perdevo una gara al circuito di Donington Park, vicino a casa mia. Al liceo ho avuto la bellissima opportunità di fare una piccola esperienza di lavoro nel team Williams, e grazie a questo ho iniziato a credere che una carriera nel motorsport fosse possibile. Appena finita l’università, durante un evento di Formula Student, ho scoperto il programma Ferrari F1 Engineering Academy, dedicato ai neolaureati. Ho passato le selezioni e sono arrivato a Maranello. Ho fatto esperienza all’interno del team gomme, inizialmente seguendo le gare dal remote garage e poi in pista durante i test, prima di spostarmi nella squadra corsa, in cui sono impegnato ancora oggi”.