Dopo un primo approccio sulle strade spagnole e tedesche, è giunto il momento di guidare le BYD Dolphin e Seal anche in Italia: la prima è una compatta, mentre la seconda è una berlina filante di segmento D. Entrambe sono rigorosamente a batteria: le abbiamo testate nell’habitat naturale di un’auto elettrica, la città. O meglio, nel traffico di Milano.
BYD Dolphin (2023)
BYD Seal (2022)
Dolphin, l’entry level urbana. Partiamo con il prodotto d’attacco della gamma BYD, la Dolphin: parliamo di una hatchback dalle dimensioni adatte alle città europee (è lunga 4,29 metri, larga 1,77 e alta 1,57), disponibile con tre diversi livelli di potenza: 95, 176 e 204 cavalli, tutti a trazione anteriore. L’architettura e-platform 3.0, piattaforma modulare che fa da base all’intera offerta elettrica della Casa, ospita una batteria di tipo Blade fatta da celle ultra sottili con chimica litio-ferro-fosfato (grande assente il cobalto, materiale costoso e difficile da reperire) che rendono la struttura più sottile, leggera, economica ma soprattutto più stabile e sicura. 44,9 kWh e 60,4 kWh sono i tagli della batteria disponibili sulla Dolphin, con la prima che promette 340 km di autonomia (per l’allestimento Active con 95 cavalli), oppure 310 km per la varinte Boost con 176 CV. Ho potuto saggiare l’efficienza della misura più grande, che equipaggia la versione Comfort da 204 cavalli: quest’ultima, secondo la Casa, promette un consumo di 15,9 kWh/100 km per percorrere fino a 427 km. In attesa dei numeri verificati dal nostro Centro Prove, posso dirvi che a Milano, guidando senza badare particolarmente al risparmio (anzi, andando di fretta come in una giornata piena di lavoro e commissioni), il computer di bordo della Dolphin viaggiava tra i 16 e i 17 kWh/100 km. Buche e rotaie del tram non sono mai state un problema e l’elettrica mi è parsa sempre agile e all’altezza dei compiti “urbani”. I prezzi? Si parte da 30.790 euro per arrivare a 37.790 con gli equipaggiamenti più ricchi (da notare che l’entry level prevede, di serie, una completissima suite di Adas di livello 2).
Seal, al vertice della gamma. 530 cavalli complessivi, due motori a formare la trazione integrale, batteria da 82,5 kWh per 520 chilometri di autonomia dichiarati, ammortizzatori a smorzamento variabile e 3,8 secondi per chiudere lo scatto da 0 a 100 km/h, il tutto a partire da 49.390 euro. Sono questi i numeri con cui si presenta la versione 4×4 della Seal, una berlina dalle linee sinuose: il suo biglietto da visita parla di prestazioni e tecnologia più che di maniacale attenzione ai dettagli (soprattutto a livello dei rivestimenti interni) e infatti a colpire subito il guidatore è l’impostazione sportiveggiante, forte di una spinta notevole e di un assetto piuttosto rigido. Il tutto, però, “ingentilito” da un apprezzabile isolamento acustico. Come detto, anche la Seal adotta la e-platform 3.0: in questo caso, le batterie Blade hanno anche una funzione strutturale, che secondo la Casa gioca a vantaggio della rigidità complessiva e dell’handling. Quanto al consumo, un’ora continuativa di traffico milanese è “costato” alla mia Seal – partita con la batteria completamente carica – una ventina di km di autonomia: niente male per una vettura con queste caratteristiche. Ne sapremo di più quando la Seal finirà sotto la lente d’ingrandimento del nostro Centro prove.
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