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BYD Dolphin e BYD Seal: due nuove elettriche in Europa...e promettono bene

Dopo la prima presa di contatto iniziata con il Nord Europa e poi proseguita con l’espansione in altri mercati del Vecchio Continente, BYD Dolphin e BYD Seal fanno il loro debutto ufficiale, andando ad affiancarsi al SUV si segmento C già presentato, ATTO 3.

BYD Dolphin è una berlina di segmento C, un modello compatto che rappresenta idealmente la versione a “ruota bassa” di ATTO 3. BYD Seal, invece, è una berlina di segmento D che si scontra nella categoria che oggi vede come rappresentante più venduta la Model 3 di Tesla. Ecco quali sono le caratteristiche dei due modelli e cosa ci aspettiamo da queste auto elettriche in termini di prestazioni ed efficienza.

BYD Dolphin : motore, batteria e ricarica

Per analizzare BYD Dolphin bisogna partire dalla piattaforma e dalla batteria. Qui troviamo lo stato dell’arte del catalogo del produttore cinese, la nuova piattaforma 3.0 dedicata alle elettriche (creata da zero) e la Blade Battery con la tecnologia LFP declinata in una versione con capacità di 60 kWh e ricarica in corrente continua dal 30 all’80% in 29 minuti.

La promessa di BYD è quella di consegnare la Dolphin a partire dall’ultimo trimestre del 2023 per quelli che riusciranno a prenotarla per primi, l’avvio delle vendite e prenotazioni è previsto per l’estate di quest’anno, ma dovremo ancora attendere per capire quali saranno i prezzi e i primi Paesi europei a poterci mettere le mani sopra.

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BYD DOLPHIN

Possiamo iniziare a farci un’idea sulla Dolphin basandoci su quanto visto con ATTO 3, auto realizzata con la stessa piattaforma e con il propulsore elettrico compatto che integra anche l’unità di controllo. Proprio per questo, in termini di efficienza (dichiarata totale all’89%), ci si possono aspettare ottimi consumi e prestazioni reali molto vicine a quei 427 chilometri di autonomia WLTP dichiarata nel ciclo misto, con una resa in autostrada che inevitabilmente calerà viste le velocità in ballo, ma che dovrebbe beneficiare di un’aerodinamica migliore viste le forme da berlina e una superficie frontale meno impattante e quindi più favorevole.

Le prestazioni sono di tutto rispetto: 0-100 km/h in 7 secondi, 204 cv (150 kW) e 290 Nm di coppia la mettono in competizione con i modelli con ID.3 e colleghe, e la velocità massima è limitata ai 160 km/h.

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Parlando di batteria, la Blade Battery è frutto dei brevetti BYD e utilizza una chimica più economica (Litio Ferro Fosfato), cosa che dovrebbe permettere di ridurre il prezzo finale, assicurando però una durata e affidabilità che è già stata collaudata (Tesla utilizza la stessa chimica su alcuni dei suoi modelli). Ci troviamo con una ricarica da 11 kW in corrente alternata mentre la corrente continua può spingersi fino a 88 kW: mancano opzioni di ricarica “iper-rapida” come altri modelli (Tesla, Porsche, Kia-Hyundai e via dicendo), ma se la curva di ricarica si dimostrerà stabile, i 30 minuti per la ricarica rapida saranno molto probabilmente reali.

Inoltre la Dolphin può ricaricare o alimentare dispositivi elettronici grazie alla tecnologia della presa bi-direzionale Vehicle-to-Load da 3,3 kW, e in inverno conta su una pompa di calore integrata (di serie, non è optional come altri modelli).

BYD Dolphin : dimensioni, tecnologia e sicurezza

Con Dolphin si torna su dimensioni più adatte alla città e ai garage più piccoli: la berlina è lunga 4,29 metri (larga 1,77 metri con gli specchietti aperti) e ha un passo di 2,7 metri mentre l’altezza è di 1,57 m.

Omologata per cinque posti, propone un bagagliaio da 345 litri (fino a 1.310 abbattendo il divanetto posteriore) e, nell’abitacolo, ci sono tutti i comfort: sedili anteriori elettrici e riscaldabili, poggiatesta ergonomici, pelle vegana, tetto apribile (sulle top di gamma) e dotazione che sarà molto completa già dal primo livello di allestimento.

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Gli ADAS di serie includono anticollisione con frenata automatica d’emergenza, avviso anticollisione posteriore, monitoraggio del traffico in retromarcia (con frenata d’emergenza in retro), monitoraggio e mantenimento corsia. Inclusi di serie anche il cruise control adattivo, telecamera a 360°, monitoraggio angolo cieco, assistenza alla partenza in salita, riconoscimento segnali stradali e fari adattivi.

BYD Seal: motore, batteria e ricarica

Saltando dal segmento C al segmento D, ma restando sempre nel mondo delle berline, ecco debuttare BYD Seal.

La batteria (sempre LFP) cresce nelle dimensioni, qui arriviamo ad una capacità di 82 kWh (80 kWh sulla AWD) per un’auto che guarda di più alle lunghe percorrenze e infatti promette fino a 570 km di autonomia nel ciclo WLTP. Il dato è molto interessante e la scheda tecnica si potrebbe facilmente tradurre in realtà visto che il coefficiente di resistenza aerodinamica, sulla Seal, è di soli 0,219. Un dato che posiziona la berlina tra le migliori del mercato delle elettriche.

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BYD SEAL

Con Seal, però, non si fa solo un salto di categoria, ma anche di tecnologia. BYD ha utilizzato la tecnologia Cell-to-Body, integrando la Blade Battery nella struttura del veicolo. Diventando elemento strutturale, quindi, il coperchio superiore del pacco batterie si integra nel pavimento della scocca. Il vantaggio è l’aumento della rigidità di tutto il telaio, l’incremento della densità energetica della batteria e un miglioramento prestazionale. Il possibile svantaggio, ma dipenderà da come è stata fatta l’integrazione, è quello di un più difficile manutenzione in caso dovesse nascere l’esigenza di accedere alle celle della batteria in fase di garanzia.

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Il motore elettrico è da 230 kW (313 cv) nella versione a trazione posteriore, oppure da 390 kW e 530 cv combinati nella versione a trazione integrale che aggiunge un’unità frontale da 160 kW al già citato motore posteriore da 230 kW. Il risultato? 5,9 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h con la trazione posteriore, 3,8 s con la versione a quattro ruote motrici e la velocità massima è limitata a 180 km/h in entrambi i casi.

In più sulla versione a trazione integrale ci sono le sospensioni semi-attive che utilizzano ammortizzatori a frequenza variabile per avere una risposta diversa in base alle condizioni della strada (più rigidi e precisi con asfalto ottimale, più smorzati quando ci sono buche e sconnessioni per assorbirle meglio).

Chiude la dotazione la ricarica rapida fino a 150 kW in corrente continua (30-80% in 26 minuti dichiarati), la solita ricarica 11 kW trifase in corrente alternata e la pompa di calore anche qui di serie e pensata per lavorare tra i -30° C e i 60 ° C. Il V2L è da 3 kW come per le DOLPHIN: può ricaricare anche un’altra auto elettrica o alimentare oggetti di qualsiasi tipo.

BYD Seal: dimensioni, tecnologia e sicurezza

Seal punta a chi cerca più spazio a bordo: 4,8 metri di lunghezza per 1,87 di larghezza con un passo di 2,92 metri e un’altezza di 1,46 m. Questi i dati di un’auto che aumenta il comfort per chi siede dietro grazie al passo lungo di quasi tre metri e che ha un bagagliaio da berlina, non enorme (402 litri), compensato dal frunk (da “front-trunk”, il bagagliaio anteriore) di 53 litri per ospitare i cavi di ricarica ad esempio.

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BYD SEAL frunk

L’abitacolo ripropone quelli che sono ormai classici stilemi: tanto spazio grazie agli ingombri ridotti tipici dell’elettrico, un tetto in vetro panoramico, sedili sportivi su questa Seal (con riscaldamento e ventilazione per quelli anteriori sugli allestimenti più ricchi) e la tecnologia connessa alla rete.

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Quest’ultima ruota intorno allo schermo da 15,6″ che ha un sistema elettronico girevole, passando dal formato orizzontale a quello verticale. L’auto è connessa con una SIM 4G, si aggiorna tramite OTA e, in aggiunta allo schermo centrale compatibile con Android Auto e Apple CarPlay, c’è un display LCD da 10,25″ con la strumentazione per il conducente.

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Infine gli ADAS: sicurezza attiva e guida semi-autonoma di Livello 2 sono garantite da frenata automatica d’emergenza di serie, anti-collisione anteriore e posteriore (frena anche in uscita dai parcheggi se sta arrivando un veicolo, monitoraggio e mantenimento corsia, assistente al cambio di corsia in autostrada (mettendo la freccia), Cruise Control adattivo, monitoraggio angoli ciechi e videocamera a 360 gradi.

Il prezzo di BYD Seal non è ancora disponibile e sarà annunciato nell’agosto 2023 in occasione del lancio ufficiale.

Prova su strada… sulla carta. Perché BYD promette bene

Seal e Dolphin andranno provate, ma sulla carta la piattaforma è molto interessante, e possiamo già fare alcune considerazioni teoriche. Innanzitutto si tratta di una piattaforma a “skateboard” pensata per le elettriche, ottimizzata nel caso della Seal per integrare la batteria nella scocca ad un livello più profondo del solito, così da risparmiare anche sul peso mantenendo però la rigidità che serve per una guida piacevole, resa ancora più dinamica dal baricentro basso.

Inoltre il design della parte elettronica ha permesso di eliminare le tante centraline sparse nell’abitacolo in favore di un sistema centralizzato che controlla le parti periferiche, ulteriore risparmio di peso (anche quello dei cablaggi) e di complessità.

android, byd dolphin e byd seal: due nuove elettriche in europa...e promettono bene

BYD DOLPHIN e SEAL

In più ci sono ottime premesse per quanto riguarda il motore, che è più corretto definire un gruppo moto-propulsore con l’elettronica integrata. BYD lo definisce un sistema 8-in-1 perché accentra e accorpa tutto, a partire dal motore elettrico vero e proprio (e la trasmissione) per proseguire con il convertitore DC-DC, il sistema di gestione della batteria, l’inverter, il caricatore di bordo in corrente alternata e via dicendo. In viaggio d’inverno, e negli spostamenti quotidiani, interviene poi il circuito di climatizzazione della batteria che permette di utilizzare il calore generato dalle varie componenti elettroniche (e altrimenti disperso) convogliandolo tramite un circuito interconnesso tra elettronica di potenza e batteria, tutto con la pompa di calore a fare da elemento principale quando serve il riscaldamento per l’abitacolo.

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