Sacrilegio? Se per i puristi una Ferrari è tale solo quando sotto al cofano c’è un 12 cilindri a V, con buona pace di miti come F40 o anche semplici F355 o 458, il passaggio all’elettrico – quando ormai il Cavallino ha sdoganato i propulsori ibridi – potrebbe essere molto indigesto, nonostante i vertici di Maranello abbiano già da tempo iniziato a rassicurare la propria clientela. La scoperta della richiesta di deposito di una serie di brevetti che riguardano un motore alimentato ad idrogeno è una notizia che può essere letta in vari modi: una vera rivoluzione per il marchio, un necessario adattamento alle normative, ma anche l’ennesima sfida tecnologica che le Rosse sono intenzionate a vincere.
Sei cilindri in linea, compressori, generatori, batterie
Un motore al contrario
Insomma, tecnologie decisamente complesse e la scelta della configurazione «in linea» sembrerebbe dettata da esigenze di spazio per i serbatoi di idrogeno, posizionati su entrambi i lati del motore, che, a giudicare dai disegni, sarebbe montato «al contrario», ovvero con l’albero motore in alto e la testata in basso, come usava sui caccia della Seconda Guerra Mondiale. Una soluzione del genere consentirebbe l’installazione di un estrattore d’aria più grande nella parte posteriore dell’auto, ma qui si entra nel campo delle congetture e delle speculazioni. I brevetti infatti sono complicati e addirittura contraddittori: in uno dei disegni tecnici compare un diagramma che raffigura due bancate di cilindri, cosa che escluderebbe tutto ciò che è stato detto in precedenza riguardo ad un 6 cilindri in linea.