La nuova sfida dell’idrogeno: ecco come può alimentare i veicoli con motori tradizionali
Il nuovo sistema di alimentazione è derivato dalla tecnologia Hpdi, già diffusa commercialmente per l’alimentazione dei veicoli industriali con Gnl – gas naturale liquefatto, combustibile che consente un abbattimento significativo delle emissioni rispetto al gasolio.
Il passaggio all’alimentazione a idrogeno con soluzione H2 Hpdi, secondo i dati forniti dalla Westport Fuel Systems, consente al motore a combustione interna di un Tir di avere il 20% in più di potenza, il 15% in più di coppia e un’efficienza maggiore del 10% rispetto alla versione diesel. Numeri di grande interesse, che vanno a unirsi alla riduzione quasi a zero delle emissioni di CO2. Una terza via, quella dell’alimentazione a idrogeno di motori a combustione interna, che secondo la Westport non va assolutamente sottovalutata nel confronto con elettrico a batterie e celle a combustibile a idrogeno. Le due strade attualmente più accreditate per il raggiungimento della sostenibilità del settore del trasporto pesante su gomma, sono entrambe basate sull’elettrificazione totale della trazione e richiedono quindi una completa riconversione della filiera produttiva dei veicoli. Nel caso dell’elettrico a batterie, in particolare, anche per la rete di rifornimento è necessaria la totale trasformazione in infrastruttura di ricarica.
Le affermazioni di Johnson sono un chiaro invito a non puntare soltanto sull’elettrico per il trasporto pesante su gomma, come sta invece avvenendo per le automobili. Nel calcolo delle emissioni sull’intero ciclo di vita e dei relativi costi per la società presentato dalla Westport Fuel Systems, inoltre, l’alimentazione a idrogeno di camion con motore a combustione interna risulta competitiva anche rispetto alla conversione a idrogeno con celle a combustibile. Cruciale, per l’ottenimento di questo risultato socioeconomico, oltre che ambientale, è il fatto che il sistema produttivo per le tecnologie di trazione basate sul motore a combustione interna già esista e non richieda grandi costi di conversione per l’adozione del nuovo combustibile.