- L’esempio del progetto Anubis in Olanda (ma non solo): le batterie usate vanno dal bus all’accumulo, per avviarsi infine al riciclo
- Un impianto da 7,5 MW
- Dopo l’accumulo, il riciclo
- A proposito di sistemi stazionari
Bus elettrici del progetto Anubis
L’esempio del progetto Anubis in Olanda (ma non solo): le batterie usate vanno dal bus all’accumulo, per avviarsi infine al riciclo
Il primo impianto del progetto Anubis è stato installato a Moerdijk, cittadina a sud di Rotterdam, e si compone di 43 batterie provenienti da autobus elettrici della società di trasporti Transdev.
“Nel progetto Anubis, utilizziamo inizialmente batterie prelevate da 43 autobus elettrici VDL gestiti da Transdev a Eindhoven dal 2016 – ha spiegato Paul van Vuuren, ceo di VDL Bus & Coach -. Questi veicoli stanno ricevendo pacchi batteria nuovi e più grandi, ma le batterie usate hanno una capacità residua sufficiente per essere utilizzate in applicazioni stazionarie”.
Un impianto da 7,5 MW
RWE ha già valutato i benefici di questo tipo di impianti e ne sta realizzando altri in Germania, Inghilterra e negli Stati Uniti. Lo scopo è di arrivare ad avere una capacità complessiva di sistemi stazionari pari a 3 GW nel giro di pochi anni. Tra gli impianti realizzati da RWE, anche quello a Herdecke, in Germania, che utilizza batterie provenienti da vetture elettriche di Audi.
Dopo l’accumulo, il riciclo
“Da progetti come questo abbiamo molto da imparare – ha aggiunto Van Vuuren – abbiamo 1.100 autobus elettrici VLD in servizio in Europa, significa che presto potremmo realizzare un numero consistente di sistemi stazionari”. Guardando il settore da ancora più lontano, gli analisti stimano che entro nel prossimo decennio, con la diffusione crescente di veicoli a zero emissioni, sarà possibile sfruttare 150.000 tonnellate di batterie ogni anno per la realizzazione di questo tipo di impianti.