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Winkelmann (Lamborghini): "Con stop a motori a benzina effetti positivi. E dal 2024 tutti i modelli avranno una versione plug-in"

Winkelmann (Lamborghini): “Con stop a motori a benzina effetti positivi. E dal 2024 tutti i modelli avranno una versione plug-in”

La Lamborghini si appresta a vivere un 2023 che promette di essere unico. “Il prossimo anno festeggiamo i 60 anni di vita del marchio e lo faremo assieme ai nostri clienti più appassionati. Sarà una grande ricorrenza, perfetta per scoprire la nostra nuova regina, la nuova Aventador con il motore a 12 cilindri, che per la prima volta nella storia sarà ibrido plug-in”, racconta Stephan Winkelmann, il presidente e ceo che più di ogni altro si è impegnato per convincere il gruppo Audi a mantenere nella storica fabbrica di Sant’Agata Bolognese la costruzione del super-suv Urus, dando vita a uno spettacolare percorso di crescita industriale. I dati dei primi nove mesi del 2022, i migliori di sempre, lo confermano: Lamborghini ha consegnato 7.430 vetture, l’8% in più dello stesso periodo dell’anno scorso, il fatturato è cresciuto del 30% a 1,93 miliardi, il risultato operativo del 68% a 570 milioni.

Anche per Lamborghini inizia dunque l’era elettrica. Quali saranno i primi passi?

“A settembre è uscita dalla fabbrica l’ultima Aventador con motore aspirato. È stato un momento molto commovente. Presenteremo il modello ibrido alla fine del primo trimestre del 2023 e la produzione partirà nella seconda parte dell’anno. Stiamo ristrutturando la linea di assemblaggio, che quando sarà il momento potrà accogliere l’altra nostra supersportiva, la futura Huracán ibrida, che arriverà invece nel 2024 quando l’intera gamma – compresa la Urus, il modello più venduto – avrà una versione plug-in”.

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Si discute molto sul divieto dell’Europa di vietare completamente i motori a benzina e diesel dal 2035. Temete che l’elettrificazione possa avere effetti negativi sulle prospettive di un marchio estremo come il vostro?

“È esattamente il contrario. I megatrend dell’industria sono chiarissimi, la sostenibilità, la digitalizzazione, l’elettrificazione. La nostra sfida, che siamo certi di vincere, è mantenere l’autenticità dei nuovi modelli rispetto alla nostra storia”.

Quando arriverà una Lamborghini solo elettrica?

“L’abbiamo annunciata per il 2028 e sarà un’auto completamente nuova, il quarto modello della nostra gamma. Poi entro il 2030 sarà il turno della Urus”.

Per le due supersportive Aventador e Huracàn è ipotizzabile l’uso della benzina sintetica che, nel gruppo Volkswagen-Audi, viene sperimentata da Porsche?

“Abbiamo il tempo per decidere. Il punto fondamentale è che le auto dovranno essere a emissioni zero e su questo saremo certamente pronti. Le decisioni dell’Unione Europea, oltre a dover essere definitive, prevedono dei momenti di verifica delle tecnologie, per valutare come avanzeranno eventuali alternative al motore elettrico a batteria. Inoltre è importante capire che cosa verrà deciso nel resto del mondo: i nostri modelli devono essere omologabili in ogni mercato, perché la Lamborghini è amata ovunque. Se la benzina sintetica o le batterie a idrogeno saranno utilizzabili ovunque, allora le valuteremo”.

I dati dei primi nove mesi dicono che, per voi, i ricavi e i margini crescono ancora più delle auto vendute. Come ci riuscite?

“I clienti ci chiedono una personalizzazione sempre maggiore e modelli dalle caratteristiche ancora più speciali. Questo comporta un fatturato medio per vettura più elevato. Poi c’è il fatto che il nostro primo mercato sono gli Stati Uniti, così abbiamo beneficiato del dollaro forte”.

Lamborghini non ha mai venduto così tante auto. È un rischio per l’esclusività del marchio?

“I dati dicono di no. La lista d’attesa è ormai di 18 mesi, quando l’anno scorso arrivava a 15 mesi. Possiamo guardare con grande serenità al prossimo biennio, durante il quale tutto cambierà, con l’arrivo dell’ibrido”.

Il gruppo Volkswagen-Audi ha visto il grande successo della quotazione in Borsa della Porsche. Adesso può essere il turno di Lamborghini?

“È un discorso sulla bocca di molti già da anni. Questo significa che il mercato ci riconosce un grande valore e ci considera pronti ma oggi, all’interno del nostro gruppo, non ci sono segnali che possa arrivare una decisione in questa direzione. Quello che sappiamo è che guardano costantemente quello che succede all’interno di ogni singolo marchio”.

Se venissero utilizzati gli stessi parametri di valutazione di Porsche, quanto varrebbe Lamborghini?

“Secondo le valutazioni delle banche d’investimento, tra i 10 e i 15 miliardi”.

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