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Superbollo, quando sarà abolito: il punto della situazione dopo l'arrivo alla Camera della riforma fiscale

La Camera dei Deputati ha iniziato l’esame del Disegno di legge denominato “Delega al governo per la riforma fiscale”. Il testo, approvato di recente dalla commissione Finanze, include anche il controverso articolo che dovrebbe portare alla cancellazione del superbollo, l’imposta aggiuntiva sulle auto di potenza superiore ai 252 cavalli (20 euro per ogni kW oltre i 185). Facciamo dunque il punto della situazione per comprendere cosa sta succedendo e, soprattutto, quali sono i prossimi passi dell’iter legislativo.

L’emendamento. Agli automobilisti interessa in primo luogo l’emendamento, diventato fonte di una serie di equivoci a causa delle varie riformulazioni apportate al testo della lettera g-bis del comma 1 dell’articolo 10. L’emendamento iniziale, che prevedeva esplicitamente “l’abrogazione” del superbollo, è stato modificato con dicitura generica su “una revisione e un riordino delle tasse automobilistiche, senza maggiori oneri della finanza pubblica”. Nelle ultime fasi dell’esame in commissione è stato quindi presentato un nuovo emendamento, che però non ha sgombrato il campo dai dubbi emersi sulla possibile cancellazione dell’imposta. Si prevede, infatti, di “riordinare le tasse automobilistiche, anche nell’ottica della razionalizzazione e semplificazione del prelievo, valutando l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 kW (252 CV), senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica a carico del settore delle tasse automobilistiche”. In sostanza, viene demandanto al governo l’onere di verificare le necessarie coperture finanziarie per procedere con una cancellazione che sarebbe sostanzialmente graduale. Dunque, è ancora tutta da valutare l’ipotesi che l’imposta venga soppressa, a dispetto delle recenti promesse di alcuni esponenti politici.

I prossimi passi. Detto questo, passiamo all’iter legislativo. La Camera ha apportato delle modifiche ad alcuni degli articoli dall’1 al 13, presentando degli appositi emendamenti, che però non riguardano la lettera di cui sopra. Altri correttivi saranno eventualmente presentati la prossima settimana, quando il testo verrà esaminato dal Senato, ma in caso interesseranno gli articoli dal 13 al 20. Dunque, l’emendamento sembra ormai destinato a essere approvato nella sua attuale formulazione. Il governo punta a chiudere l’intera procedura di approvazione della legge delega entro la pausa estiva, che quest’anno dovrebbe scattare il 4 agosto. In tal modo, stando a quanto dichiarato più volte da Maurizio Leo, viceministro con delega alle materie fiscali, si potrebbero approvare già in autunno i decreti legislativi necessari per incaricare il governo di procedere con la riforma e, nella migliore delle ipotesi, arrivare già a inizio gennaio con l’entrata in vigore dei relativi provvedimenti.

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