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Quando il tassista mi spiegò com’è fatta una narcisista

Caro Aldo, sono rimasto male nel leggere la sua ennesima filippica contro noi tassisti. Non ricorda di quando è salito sul mio taxi, e siamo rimasti a lungo a parlare? S.A., Roma

Caro S.A., Lo ricordo benissimo. La corsa non era iniziata nel migliore dei modi, perché non ci eravamo incontrati subito all’indirizzo cui l’avevo chiamata, e ci siamo trattati in modo un po’ rude. Poi ci siamo detti, senza dircelo, che eravamo entrambi stanchi e nervosi, a occhio quasi coetanei, e non valeva la pena avvelenarci il poco ma prezioso tempo che avremmo passato insieme. Così ci siamo messi a parlare, e abbiamo continuato anche quando ho raggiunto la destinazione (e lei fu così gentile da spegnere il tassametro). Ricordo che lei mi raccontò di aver avuto una storia d’amore con una donna narcisista, e mi diede una definizione del narcisista assolutamente perfetta, che non ho ritrovato nei manuali: «Il narcisista è colui che se tu stai bene, sta male; e se stai male, sta bene. Per cui se stai bene ti farà stare male, e sei stai male non ti farà stare bene». È una definizione perfetta perché voi tassisti siete rimasti tra i pochi a vivere e lavorare in mezzo alla gente, e quindi come Ulisse siete esperti dell’animo umano, dei vizi e del valore. Poi certo ci sono ancora quelli che quando sali ti accolgono con il sedile in bocca, i finestrini davanti entrambi abbassati (pure d’inverno, con il conducente imbacuccato come per una spedizione siberiana), il pos scarico e la radio che a tutto volume informa sul mercato della Roma. Ma ormai quasi sempre trovi persone gentili, educate, con cui è piacevole conversare e magari restare in contatto. Il problema, gentile amico, è che trovarvi è sempre più difficile. Siete troppo pochi. Una volta era impossibile di domenica, quando pioveva, o quando giocava la Roma. Ora è impossibile quasi sempre. E non pensiate che se foste di più ci sarebbe meno lavoro, perché la domanda di taxi non è fissa, se fosse più facile trovarli tanta gente li userebbe volentieri. Il Comune deve concedere nuove licenze, ma deve darvi qualcosa in cambio. Ad esempio vietare monopattini, golf-car, sidecar e altri trabiccoli, che i turisti non sanno usare e fanno perdere ai taxi tempo e clienti. Roma è la capitale d’Italia; non è un parco giochi.

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