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Prova Fiat 600 Hybrid - La famiglia è servita

Provaci ancora, Fiat! Dopo la tiepida accoglienza ottenuta dalla 600e elettrica, la Casa torinese spera che sia buona la seconda e lancia nel combattutissimo segmento B la versione ibrida della sua nuova cinque porte. L’obiettivo della 600 Hybrid è chiaro: rinverdire i fasti di una gloriosa stirpe di utilitarie – quali le varie 850, 127, Uno e Punto del passato – capace di totalizzare nella storia oltre 23 milioni di unità vendute.

prova fiat 600 hybrid - la famiglia è servita

Fiat 600 Hybrid

Una faccia che dice tutto

Inquadrare questa Fiat non è affatto semplice, ma non prendete la cosa come una critica. Per essere una semplice utilitaria è infatti un po’ cresciutella, ma le sue dimensioni non sono così generose da fare di lei un vero B-SUV. Con le protezioni in plastica a corazzare la parte bassa delle lamiere la si potrebbe forse definire crossover, ma la questione è irrilevante. A prescindere dalle etichette, la 600 Hybrid ha gli inconfondibili occhioni tondeggianti che la identificano come una Fiat DOC, nonostante nel frontale ci sia scritto solo 600. Il logo del brand appare solo in coda, dove le luci assumono un taglio più squadrato. Prima di passare all’interno, due ultime annotazioni: l’allegra gamma colori mette al bando il grigio e l’unico indizio per distinguere con certezza l’ibrida dall’elettrica è la presenza del tubo di scarico.

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Relax totale

Anche l’abitacolo della 600 Hybrid è frutto di un sostanziale copia-e-incolla dalla sorella elettrica. Gli arredi ripropongono dunque forme morbide e abbinamenti di colore soft, che rendono l’ambiente accogliente, con la chicca, sull’allestimento “la Prima”, al top della gamma, del sedile di guida regolabile elettricamente e con funzione di massaggio. Peccato che qua e là ci siano solo plastiche dure per la plancia. Tutto ha un aspetto gradevole, ma suona male se ci si picchietta sopra con le unghie o con le nocche.

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plancia Fiat 600 Hybrid

Uno per tutte

Da un punto di vista tecnico, la Fiat 600 Hybrid sfrutta una base collaudata della galassia Stellantis, pur con qualche aggiornamento a livello di messa a punto. Il motore termico è un tre cilindri turbobenzina 1.2 a ciclo Miller che sviluppa 100 CV e 205 Nm, abbinato a un’unità elettrica da 27 CV e 55 Nm alloggiata nella scatola del cambio robotizzato a doppia frizione e-DCT. Questo pacchetto fa da denominatore comune alle due versioni presenti a listino. Quella “base” costa 24.950 euro e ha come fiori all’occhiello della dotazione il climatizzatore, i sensori di parcheggio posteriori, il cruise control, il sensore pioggia e la frenata di emergenza. Con 30.950 euro si può avere poi la 600 Hybrid La Prima. In questo caso sono di serie anche i cerchi in lega da 18″, i sedili riscaldati, la ricarica wireless per lo smarphone, la chiave elettronica e il citato sedile massaggiante. Inoltre il cruise si fa adattivo, i sensori coprono l’intero perimetro dell’auto e arriva anche la retrocamera a 180°. I prezzi reali da pagare vanno poi ricalcolati alla luce degli eventuali incentivi.

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motore Fiat 600 Hybrid

Bene ma non benissimo

Il posto di guida della 600 Hybrid è impostato in maniera corretta e veste bene i piloti di tutte le taglie, lasciando i comandi a portata di mano. In generale, chi siede davanti ha centimetri in abbondanza in tutte le direzioni, mentre chi si accomoda sul divano ha le ginocchia un po’ vicine agli schienali anteriori e fatica un po’ a estrarre i piedi quando viene il momento di scendere.

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divano Fiat 600 Hybrid

Il bagagliaio è da 385 litri, che possono diventare 1.256 sacrificando i posti posteriori, niente male per una vettura lunga 417 cm.

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bagagliaio Fiat 600 Hybrid

Gioco di squadra

Quando ci si mette in viaggio sotto la lente finisce subito la tecnologia Hybrid. La stessa Fiat sta sul vago, guardandosi bene dall’etichettare la 600 come mild o full hybrid. A far sorgere il dubbio su quale sia la definizione giusta sono l’assenza di una modalità elettrica e il fatto che la macchina possa in effetti muoversi lasciando bielle e pistoni a riposo, spinta per brevi tratti solo dagli elettroni. In altre parole, il motore termico e quello elettrico possono lavorare in o da soli.

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A comandare la staffetta è una centralina elettronica, sulla base della carica delle batterie e dello stile di guida. Le sinergie permettono di rendere la progressione più fluida e vivace e di ridurre le emissioni del 15%. Il pilota deve solo pensare a guidare, senza driving mode da selezionare o una frenata rigenerativa da regolare. Quest’ultima, tra l’altro è un po’ invasiva e avrei preferito poter contare su una maggior scorrevolezza in rilascio.

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Con la dovuta calma

In accelerazione, invece, la 600 Hybrid sfodera una progressione lineare, anche se priva di grande smalto. Volendo si può giocare con le palette al volante e selezionare manualmente le marce ma con un sound ovattato e doti di allungo limitate, la tentazione viene solo nel misto. Nell’impiego quotidiano viene naturale delegare in toto la gestione dei rapporti all’elettronica e procedere a passo tranquillo. In generale comunque la Fiat 600 Hybrid si dimostra agile e comoda, grazie a una efficace insonorizzazione e a un adeguato molleggio. Il tutto, peraltro, con l’assetto che resta relativamente neutro, senza un eccessivo rollio in curva e con reazioni sincere e prevedibili. Da qui a definire la cinque porte torinese sportiva ce ne passa, ok, ma in lei si ritrova un po’ di quella spensierata brillantezza promessa dal look.

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