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MotoGP | Taramasso: "Pressioni? Possibile che ci siano cambiamenti"

Le pressioni delle gomme sono state uno degli argomenti più dibattuti nella stagione 2023 della MotoGP. Dopo essere state per anni un tema nell’ombra, del quale sostanzialmente parlavano soltanto i tecnici, sono uscite alla ribalta con l’introduzione di una nuova regola che imponeva un valore minimo da rispettare almeno per il 50% dei giri della gara lunga e per il 30% di quelli della Sprint.

Una norma che teoricamente sarebbe dovuta entrare in vigore all’inizio dell’anno, ma che in realtà è diventata effettiva solamente dopo la pausa estiva, a partire dal Gran Premio di Gran Bretagna, dopo che è stato verificato il corretto funzionamento del sistema di rilevazione automatico dei dati, che ha reso necessaria l’implementazione di sensori universali per tutte le moto.

Essendo il sistema ancora in fase sperimentale, però, l’inserimento è stato soft. Al punto che ha tutti è stato concesso una sorta di jolly, nel senso che alla prima infrazione si incappava semplicemente in un richiamo. Dalla seconda invece scattavano le penalizzazioni in secondi: prima 3, poi 6 ed infine 12, una volta arrivati alla quarta violazione.

Anche se le penalizzazioni sono state poche ed hanno finito per modificare il podio solamente nella gara conclusiva della stagione, a Valencia, con Fabio Di Giannantonio che è arretrato dal secondo al quarto posto, nel corso dell’anno i piloti hanno ribadito più volte di non amare affatto questa regola, che di fatto impone di usare dei valori di partenza alti per stare dalla parte dei bottoni, che però finiscono per metterli in grande difficoltà se si ritrovano nella pancia del gruppo, dove la vicinanza delle altre moto può far schizzare alle stelle sia la temperatura che la pressione della gomma anteriore, rendendo le moto molto complicate da guidare.

E ad alimentare ulteriormente le preoccupazioni c’è il fatto che ora che il sistema è collaudato, l’anno prossimo le pene dovrebbero essere inasprite, e di parecchio. Nel caso in cui un pilota dovesse essere trovato con un valore inferiore a quelli indicati dalla Michelin, infatti, scatterebbe la squalifica dalla classifica della gara fin dalla prima infrazione.

Tuttavia, questo non sarebbe ancora scolpito nella pietra, perché la regola potrebbe essere modificata ulteriormente per venire incontro alle richieste di team e piloti. O almeno questo è ciò che ci ha rivelato il responsabile della Michelin, Piero Taramasso, in una chiacchierata fatta dopo la conclusione del Mondiale.

“E’ tutto abbastanza aperto credo. Ci sono già delle idee per il 2024, ma dobbiamo ancora discuterne e trovare delle soluzioni. In questo momento non posso dare una risposta definitiva, ma ne parleremo ed è possibile che ci siano dei cambiamenti, anche se non so ancora rispetto a cosa. La cosa abbastanza certa, però, è che tutti sono disposti a discuterne e a migliorare gli aspetti più critici del sistema. Questo comunque andrà fatto in concerto con Dorna, FIM ed IRTA”, ha detto Taramasso a Motorsport.com.

Tecnico Michelin

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Nella parte conclusiva della stagione, che è stata quella caratterizzata da più infrazioni, si sono sentite parecchie proposte per cercare di migliorare la situazione. Una è stata quella di imporre un valore a freddo da rispettare per tutti. Secondo Taramasso però questa non sarebbe la soluzione ideale, perché il problema per cui è stata introdotta la norma è che se le pressioni a caldo sono troppo basse si possono mettere a rischio l’integrità del pneumatico, visti gli enormi carichi sull’anteriore che generano le MotoGP odierne.

“Il problema è che se tu dai un valore di pressione a freddo, a caldo poi possono avere delle reazioni differenti. Per esempio, non tutte le squadre utilizzano le termocoperte con le stesse temperature. Inoltre, lo stile di guida del pilota e le caratteristiche della moto sono delle discriminanti che possono generare pressioni a caldo molto differenti. Diciamo che si potrebbe fare, ma in ogni caso si finirebbe per penalizzare certi piloti e certe moto”, ha spiegato.

“E’ chiaro che un sistema di controllo sulla griglia eviterebbe di vedere delle sanzioni e quindi delle modifiche alle classifiche delle gare, oltre a tante altre discussioni. Però sarebbe davvero complicato da fare, perché vi garantisco che i valori di partenza sono molto diversi tra loro: bisognerebbe provare a parametrare tutto, ma a quel punto diventerebbe piuttosto complicato verificare tutte e 22 le moto sulla griglia”, ha proseguito.

Quello che conta di più però è che ormai l’ultimo scoglio da superare sia la stagione 2024, perché dal 2025 sarà introdotta la nuova costruzione anteriore che l’azienda francese ha pensato proprio per essere meno soggetta alle variazioni di temperatura e pressione. Tuttavia, Taramasso sembra convinto che anche la gamma di mescole pensata per il prossimo anno potrà già migliorare la situazione.

“L’obiettivo della carcassa 2025 è che lavori ad una pressione più bassa e che sia meno sensibile a queste variazioni. Il 2024 quindi sarà un anno di transizione, ma lavorando sulla regola ed insieme ai team si può fare un piccolo passo in avanti per migliorare la situazione. Anche le mescole che proporremo l’anno prossimo all’anteriore saranno tendenzialmente più rigide. E più vai su una mescola rigida e meno è sensibile alle variazioni di pressione e temperatura, anche con moto molto esigenti sull’anteriore come quelle di oggi della classe regina”, ha detto.

E’ una riprova c’è già stata nei test di fine stagione a Valencia, nel quale i piloti hanno avuto modo di valutare positivamente la nuova mescola soft per l’anteriore: “Sì, è piaciuta molto. L’hanno provata 15 piloti e sono rimasti tutti molto soddisfatti, perché offre un buon grip, ma anche più supporto rispetto alla precedente. Anche questo potrebbe essere d’aiuto”.

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