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Moto e scooter: i dossier al vaglio di Governo e Parlamento

moto e scooter: i dossier al vaglio di governo e parlamento

Moto e scooter: i dossier al vaglio di Governo e Parlamento

I compiti che attendono il nuovo Governo sono gravosi e urgenti. Di certo le questioni relative ai trasporti e alle infrastrutture passano in secondo piano, in un contesto nel quale le emergenze sociali riguardano il caro-energia, una situazione internazionale tesa a causa del conflitto russo-ucraino, con una legge di bilancio da scrivere in tempi rapidissimi per l’approvazione di fine anno.

In attesa della formazione del nuovo Governo e delle commissioni competenti (di nostro interesse è ovviamente quella relativa ai Trasporti e alle infrastrutture), è bene riepilogare le questioni aperte nel nostro settore, da tempo in attesa di una risoluzione, che il nuovo parlamento e l’esecutivo si troveranno sul tavolo.

 

Da ormai troppi anni in Italia non si riesce a sanare un’autentica anomalia, che vieta ai 125 cc l’accesso ad autostrade e tangenziali. Eppure basterebbe una piccola modifica al Codice della strada – magari inserita a costo zero nella prossima legge di bilancio – per varare una norma che semplificherebbe la vita a migliaia di pendolari, che magari potrebbero percorrere raccordi e tangenziali coi loro veicoli con motore 125 cc, mentre oggogiorno ciò è possibile solo con veicoli con cubatura da 150 cc in su. Vale a dire, mezzi che hanno caratteristiche tecnico-costruttive di fatto identiche ai 125.

 

Nel 2023 e 2024 saranno riproposti due incentivi “mancetta” – 5 milioni per ciascuno degli anni appena citati – a beneficio di chi rottama un vecchio veicolo (Euro0-Euro3) e acquista un nuovo due ruote endotermico. Un provvedimento che non porta benefici al mercato e crea grossi disagia ai dealer, che si troveranno subissati di richieste difficili da gestire e  impossibili da evadere. La richiesta di ANCMA sarebbe quella di destinare questi fondi per rimpolpare i già cospicui incentivi destinati all’acquisto di veicoli elettrici. Vediamo se il prossimo esecutivo vorrà intervenire su questo fronte.

 

Da gennaio 2023, con l’impossibilità per le compagnie di operare al di fuori del regime CARD, inizia una nuova stagione per i contratti assicurativi. Ciò comporterà un rialzo delle tariffe praticate, e l’impossibilità di sottoscrivere le polizze low cost finora offerte da alcuni operatori. Ma il problema ben più vasto riguarda la revisione del sistema di risarcimento diretto che, a detta del presidente di Ivass Luigi Federico Signorini, presenta storture a danno di alcune categorie di veicoli come le moto, da correggere al più presto. Ma per rivedere il CARD è necessario da un lato un tavolo che coinvolge i rappresentanti delle assicurazioni, l’autorità di vigilanza (l’Ivass) e i due ministeri competenti (Sviluppo economico e Infrastrutture e mobilità), dall’altro la volotà politica di procedere alla sua riscrittura. Il rischio è che l’urgenza della revisione del sistema dei risarcimenti si trascini alle calende greche, insomma, è dietro l’angolo.

 

Ad agosto è entrato in vigore il decreto che permette a chi già possiede una patente moto (come la A1 o la A2) di passare alla classe superiore senza dover sostenere nuovamente l’esame. Ma dal 15 di agosto, non è ancora arrivato il decreto attuativo che disciplina nel dettaglio questa materia. Ci aspettiamo che, una volta insediato un nuovo governo, anche gli uffici tecnici del Mims si attivino per dare un effettivo via libera al provvedimento.

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