Il Suv cinese BAIC BJ90 Shanhe Edition
«Le auto elettriche cinesi hanno un vantaggio competitivo in termini di prezzo di circa il 25%. L’Europa ha deciso di non intervenire a tutela del mercato interno e ora la concorrenza è arrivata: il dogmatismo si scontra con la realtà, sarà una lotta durissima». Lo ha detto il . «Sarebbe stato saggio ascoltarci sei anni fa, ora è tardi. Ma non è una sorpresa, è il risultato di una scelta politica. Oggi non abbiamo indicazioni da dare all’Ue, non c’è più tempo per le discussioni. Alcune case auto avranno problemi, ci sarà una trasformazione darwiniana».
Ridurre i prezzi delle elettriche
Le tedesche che piacciono ai cinesi
Anche il gruppo è al lavoro sull’elettrica da 25 mila euro che, però, arriverà solo nel 2025, quando sul mercato ci potranno già essere numerose proposte «low-cost». Il Gruppo però ha deciso di sfidare il grande rivale in casa sua, cioè andando in Cina a fare concorrenza alle Case locali. «La trasformazione in Cina si sta sviluppando a una velocità vertiginosa, motivo per cui era importante per noi elaborare un cosiddetto “Obiettivo Cina 2030”. Si tratta di fare più sviluppi in Cina per la Cina». Lo ha detto l’amministratore delegato del gruppo Volkswagen, Oliver Blume, in un’intervista a Tagesschau. «Stiamo costruendo lì le nostre capacità di sviluppo con circa 2 mila persone. Abbiamo le nostre strategie con u fabbrica di veicoli elettrici Audi nel nord della Cina con i veicoli elettrici Volkswagen che produciamo nella regione di Anhui. E oltre a ciò, abbiamo anche cercato partnership, soprattutto a livello di moduli e componenti, e ora ci siamo concentrati su uno dei più forti produttori tecnologici cinesi, Xpeng, ed entrambi attendiamo con impazienza una collaborazione molto positiva per il futuro», ha affermato ancora Blume.
Tecnologia all’avanguardia
Il problema delle materie prime: «La guerra del futuro sarà una guerra di metalli»
La recente decisione della Cina di limitare le esportazioni di due metalli utilizzati nei veicoli elettrici ha fatto scattare un altro campanello d’allarme, come sottolineato dal . La superpotenza asiatica infatti domina l’accesso alle materie prime fondamentali per la produzione di batterie per auto e, recentemente, ha introdotto delle limitazioni all’esportazione di due metalli, gallio e germanio, utilizzati sia nei semiconduttori che nei veicoli elettrici, mettendo in luce l’eccessiva dipendenza del continente europeo dalla Cina. Senard ha quindi sottolineato l’assoluta necessità di costruire una catena di approvvigionamento locale per far fronte alle possibili carenze di forniture, non nascondendo il fatto che quanto realizzato dal gigante asiatico è il risultato di anni di investimenti che costerebbero miliardi di euro per essere replicati. «La guerra del futuro sarà una guerra di metalli», si è spinto a dire Senard, forte di dati incontrovertibili: il 94% della produzione mondiale di gallio (capace, sotto forma di nitruro di gallio di migliorare le prestazioni delle batterie) è nelle mani della Cina, secondo il Critical Minerals Intelligence Centre del Regno Unito. L’Europa si trova tra l’incudine e il martello, spettatrice della guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina che potrebbe provocare interruzioni alle forniture potenzialmente letali per la fragile industria automobilistica, reduce da uno stravolgimento epocale.
Il sorpasso sul Giappone
La causa: la guerra in Ucraina
Al successo hanno contribuito in maniera determinante le vendite al mercato russo, abbandonato dai costruttori europei poco dopo l’inizio della guerra in Ucraina. La Cina ha trovato così largo campo nel paese guidato da Putin, dove in tre mesi ha consegnato circa 112 mila auto, di fatto la stessa quantità venduta in Russia dalla Repubblica popolare durante tutto il 2022. Una quantità destinata ad aumentare notevolmente nel corso dell’anno. I marchi cinesi battono quelli europei
Le previsioni della società di consulenza raccontano inoltre che per la prima volta in 40 anni, il 2023 vedrà i marchi cinesi primeggiare nella Repubblica popolare, scavalcando i loro competitor stranieri, europei compresi. Per quanto riguarda le esportazioni di auto cinesi in Europa e Stati Uniti siamo solo all’inizio: il loro numero è al momento ancora limitato (900 mila unità all’anno circa), ma è destinato ad aumentare esponenzialmente. Secondo Alix Partners le esportazioni di automobili cinesi in Europa e Stati Uniti cresceranno entro il 2026 del 67%.
Auto elettriche e ibride plug-in: la Cina domina il mondo
Sono state 10 milioni e 300 mila le vetture ricaricabili prodotte lo scorso anno. : Byd è primo mentre resistono solo Tesla, prima per le elettriche, e il Gruppo Volkswagen. Il primo dato che salta all’occhio è : sono in testa alla classifica con 1.858.364 unità e quanto a crescita, sono stati superati solo da Geely che ha però volumi molto più bassi (351.356 unità) ed è ottava in classifica. Tutti gli altri grandi marchi del dragone sono in un crescendo a tripla cifra tranne Saic, che è la più grande fabbrica di proprietà totalmente statale della Cina. Gac è undicesima in classifica, proprio davanti a Saic mentre Chery Auto e Changan Auto sono rispettivamente al 14° e 15° posto. Da notare che Volvo è stata scorporata da Geely e con 253.266 unità si trova in tredicesima posizione. ( ).