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La prova della Ford Mustang con il V8 aspirato più potente di sempre

Con la sua potenza e il suo portamento, la Dark Horse da più di 500 CV potrebbe rimanere un punto fermo per gli anni a venire

la prova della ford mustang con il v8 aspirato più potente di sempre

La Ford Mustang non ha certo bisogno di presentazioni. Si tratta di uno dei miti del mondo auto (non solo made in USA), capace di evolversi generazione dopo generazione, rimanendo fedele a se stessa. Certo, il suo nome è stato preso e appiccicato su un SUV elettrico. Ma questa è un’altra storia.

Qui oggi si parla di una delle Mustang più pure che ci sia: la Dark Horse, versione pistaiola mossa da un V8 (non poteva essere altrimenti) aspirato. Come vuole la tradizione. I nostri colleghi di Motor1 USA avuto avuto la fortuna di poterla provare. Ecco come va.

Fatta per bene

Ford avrebbe potuto prendere il suo infinito bagaglio di denominazioni, schiaffare uno stemma storico sulla parte posteriore di questa Mustang e chiudere la questione. Ecco un nuovo modello. No, a Detroit le cose le hanno fatte per bene. Ed ecco quindi la prima Mustang dalla quarta generazione a ricevere un nuovo pacchetto dedicato all’assetto. Nasce così la Ford Mustang Dark Horse.

A differenza delle varie Mach 1 e GT350 la nuova arrivata non riprende elementi o DNA da versioni del passato. Nessuna operazione nostalgia. Ford voleva che le prestazioni parlassero da sole, e così è stato. Prima di continuare però ecco la sua carta di identità:

Nome Ford Mustang Dark Horse
Motore V8 di 5 litri
Potenza 506 cavalli / 566 Nm
Trasmissione Manuale 6 marce
Prezzo base (USA) 59.270 dollari + 1.595 dollari di spedizione

Come mai prima d’ora

Quello che riposa sotto il cofano della Dark Horse è il V8 5 litri aspirato più potente nella storia della Mustang. Le bielle forgiate della GT500 sovralimentata e una specifica messa a punto del software lo spingono fino a quota 506 CV e 566 Nm di coppia.

Certo, non c’è una dose abbondante di coppia ai bassi regimi come alcune delle sue sorelle sovralimentate o turbocompresse. La potenza è quella giusta per farla scattare con decisione. Caratteristiche da motore aspirato, con la coppia che cresce in modo deliziosamente lineare fino a un picco di 4.900 giri/min e continua a farlo fino al limitatore. Che spettacolo.

Se poi si vuole godere di ogni goccia di piacere che il V8 può mettere sul piatto bisogna abbinarlo al cambio manuale Tremec a sei marce, con una leva perfetta e il sistema no-lift-shift che permette di tenere premuto il pedale dell’acceleratore quando si cambia marcia. Se poi preferite c’è anche un valido cambio automatico a 10 rapporti. Ma – che ve lo dico a fare – il sei marce rimane la soluzione migliore.

Le strade della Queen City

Per buona parte della mia prova ho percorso strade di campagna nei dintorni di Charlotte (North Carolina). Non sono certo i tratti di strada più entusiasmanti che si possano percorrere, ma dopo qualche ora al volante la Mustang Dark Horse si è rivelata un’ottima compagna di viaggio.

Anche prima di salire a bordo, la Dark Horse intimidisce con il suo aspetto da muscle car minacciosa ed è di gran lunga la Mustang più bella di questa settima generazione. Il mascara nero che abbraccia le luci anteriori e le prese d’aria (il cui disegno riprende le narici di un cavallo da corsa) risolvono alcune delle carenze estetiche dei modelli EcoBoost e GT. E il grande alettone rende ben più interessante il posteriore.

All’interno i designer hanno optato per una filosofia “less is more”. Sulla versione base si sbattono spesso le ginocchia su numerosi elementi in plastica rigida. Ma sono sacrifici da fare in nome delle prestazioni e se volete materiali maggiormente curati l’allestimento Premium offre rivestimenti in pelle e maggior cura per i materiali.

I sedili Recaro – opzionali – sono davvero molto comodi. Hanno un ottimo disegno, un eccellente supporto lombare e una gradevoli finiture in pelle. Non sono particolarmente imbottiti – altra conseguenza dell’essere al cospetto di un’auto da pista – e non sono dotati di regolazione elettrica. Quelle manuali servono a contenere il peso, ma preferirei sacrificare qualche chilo per una maggiore versatilità.

Il nuovo pacchetto tecnologico comprende strumentazione digitale da 12,4″ e un display centrale da 13,2″. Software e possibilità di personalizzazione rimangono gli stessi delle versioni classiche, con l’aggiunta di grafiche specifiche per quando si selezionano le modalità di guida più “cattive”.

Le sospensioni adattive MagneRide sono di serie e variano la loro risposta a seconda della modalità: più morbide in Normal, ben più rigide in Track. C’è da dire però che anche in Normal il comfort di marcia non è di altissimo livello, con risposte decisamente secche. Ma c’era da aspettarselo su un’auto nata per correre.

Oltre il limite

Dopo la scampagnata abbiamo fatto sul serio e siamo andati in pista, sul Charlotte Motor Speedway che con un’inclinazione di 24 gradi fa meglio di ovali del circuito Nascar, aggiungendoci un percorso stradale interno soprannominato “Roval”. Ne abbiamo “assaggiato” solo una parte, ma ci sono abbastanza curve per capire cosa può fare davvero la Ford Mustang Dark Horse.

Il V8, ancora una volta, dimostra quanto sia amabile fin dal primo colpo. La sua implacabile potenza di punta spinge la Mustang a percorrere le prime due curve dell’ovale ad alta velocità e con un rombo profondo che esce dai quattro scarichi. Una goduria.

Dopo la prima chicane, la Dark Horse mostra un’agilità migliore di qualsiasi altra pony car che non sia firmata Shelby. Con il pacchetto Handling monta pneumatici Pirelli P Zero Trofeo RS, molle più rigide, barre antirollio più grandi e ala posteriore con disegno specifico. Il tutto per dare una maggiore sicurezza in curva.

Il telaio è impeccabilmente bilanciato; l’auto rimane piatta e fluida mentre io, un dilettante, cerco di farla girare sull’arduo percorso interno. C’è solo un piccolo accenno di rollio in alcune delle curve più strette, ma fortunatamente non c’è nessun problema di controllo e la coda segue fedelmente il muso.

Anche lo sterzo è più rapido che mai, il che mi permette di mettere nel mirino il punto di corda senza problemi. Non è però tutto perfetto: anche in modalità Track il comando risulta vago al centro e non ha un bel carico in curva, il che significa che è difficile capire cosa stiano facendo le ruote anteriori. Insomma, non c’è un feedback abbastanza preciso che permette di spingere di più.

Attenzione però: Sport+ e Track mettono sul piatto numerosi miglioramenti in altri ambiti, in particolare nella regolazione delle sospensioni e dell’acceleratore. La maggiore rigidità della modalità Track affina la Dark Horse nelle curve, mentre la risposta più rapida dell’acceleratore consente di scaricare la potenza in uscita di curva con maggiore controllo.

Una potente compagna di scorribande

Per salire a bordo di una Mustang Dark Horse base, il prezzo è di almeno 60.865 dollari (circa 55.400 euro), poco meno di una BMW M2 paragonabile (63.195 dollari, pari a 57.560 euro). Se invece volete la Dark Horse Premium con cuciture in tinta, interni più curati e varie modifiche estetiche, il prezzo è di 64.860 dollari (poco più di 59.000 euro).

Il cambio automatico a 10 rapporti costa 1.595 dollari (1.400 euro circa) in più, il pacchetto Handling (straconsigliato) viene invece 4.995 dollari in più (4.500 euro). In definitiva, un modello Premium completo di tutto vi costerà poco più di 73.000 dollari (66.000 euro), una cifra non trascurabile.

2024 Ford Mustang Dark Horse

  • Motore: 5.0-Liter V8
  • Potenza: 500 Horsepower / 418 Pound-Feet
  • Trasmissione: Six-Speed Manual
  • Trazione: Rear-Wheel Drive
  • Accelerazione 0-60 mph: 4.0 Seconds (est)
  • Consumi: 14 City / 22 Highway / 17 Combined
  • Peso: 3,949 Pounds
  • Posti a sedere: 4
  • Volume di Carico: 13.3 Cubic Feet
  • Prezzo base: $59,270 + $1,595 Destination
  • Trim Base Price: $60,865
  • Prezzo della versione provata: $62,515 (est.)

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