RAM

Italvolt, l'azienda è in crisi: tramonta il progetto per la fabbrica delle batterie

italvolt, l'azienda è in crisi: tramonta il progetto per la fabbrica delle batterie

I piani di Lars Carlstrom per l'Italia erano molto ambiziosi. L'obiettivo di Italvolt era quello di realizzare nel nostro Paese una delle fabbriche per le batterie più grandi d'Europa. Un progetto che si può considerare oramai tramontato visto che la società è formalmente in crisi. Come riporta Milano Finanza, la società è stata ammessa “al procedimento unitario di composizione della crisi, in vista della presentazione di un piano di concordato”.

LA CRISI

italvolt, l'azienda è in crisi: tramonta il progetto per la fabbrica delle batterie

Secondo quanto raccontato, alla fine del 2022, Italvolt aveva un debito per 5,5 milioni di euro a fronte di un attivo di quasi 10 milioni di euro. Tuttavia, lo scorso marzo la situazione patrimoniale mostrava “perdite non ripianate per oltre 3,8 milioni di euro, coperte abbattendo il capitale senza dar seguito a una prevista ricapitalizzazione di 20 milioni”.

Le difficoltà dell'azienda sarebbero peggiorate quando il suo collegio sindacale ha presentato al tribunale domanda per l’apertura della liquidazione giudiziale e quando si è mossa contro Italvolt anche la creditrice Pininfarina che, ricordiamo, aveva progettato la fabbrica.

Inizialmente, l'impianto doveva sorgere presso l'ex polo Olivetti di Scarmagno. Tuttavia, a causa di una serie di problematiche tecniche, tra cui la rete elettrica della zona non adeguata, era stato deciso di puntare su di un sito differente.

Con l'apertura formale della crisi dell'azienda, Lars Carlstrom si è dunque mosso per presentare l'istanza per la procedura di concordato con la speranza di riuscire a trovare un modo per andare avanti con il suo progetto. Infatti, nelle carte depositate dall'avvocato di Italvolt si può leggere:

è ferma la volontà del socio di maggioranza di voler proseguire l’attività, avendone le concrete possibilità ed essendo inalterate le aspettative di nuova finanza, in quanto vi sono forti segnali degli investitori che confermano la loro totale volontà di portare a termine il progetto della gigafactory, così come richiesto oggi dal mercato dell’energia.

Secondo l'azienda, l'attuale stato di crisi sarebbe dovuto alla fase iniziale del progetto che si è protratta oltremodo a causa di una serie di difficoltà burocratiche ed altri fattori.

Periodo che s’è protratto oltremodo per le difficoltà burocratiche, ben note, del sistema Italia, per i limiti ambientali ed ambientalistici, per il peregrinoso colloquio con le istituzioni locali, che hanno ritardato la disponibilità degli investitori a rispettare le promesse date e a fornire le provviste indispensabili.

TOP STORIES

Top List in the World