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Flavio Manzoni, l'architetto delle moderne Ferrari

Enzo Ferrari soleva dire con fermezza che se a un bambino viene chiesto di disegnare un’automobile, sicuramente la farà rossa. Uno di quei piccoletti intenti a tratteggiare su ogni foglio sagome di macchine rosse, lo è stato anche Flavio Manzoni che a differenza degli altri è riuscito con tenacia, determinazione, coraggio e, ovviamente, un’infinita dose di talento a coronare il grande sogno, divenendo nel 2010 direttore del design del Cavallino Rampante. Le ultime generazioni delle automobili che tutto il mondo desidera portano la sua firma, o – quanto meno – passano sotto la sua supervisione. L’esempio dimostrato dall’architetto e designer sardo deve essere uno stimolo per tutti quanti. Anche le prove più difficili possono essere superate, non c’è niente che non sia realizzabile su questa terra, basta crederci con tutte le proprie forze e impegnarsi per renderlo possibile.

Dalla Sardegna a Barcellona

Manzoni nasce a Nuoro, in Sardegna, nel 1965. Sin dalla tenera età, il piccolo Flavio si avvicina al disegno e con la matita in mano si cimenta nella realizzazione di silhouette di automobili. Quelle creature sono veramente speciali, ma non sono le uniche che stimolano la sua fantasia e creatività. Un giorno Manzoni progetta una villa e la chiama “la casa dei sogni”. All’apparenza sembra un concetto irrealizzabile, troppo audace. Suo padre, invece, lo convince del contrario e lo sprona a raggiungere anche gli obiettivi più difficili. Il senso di sfida, prima di tutto con sé stesso, lo pervade. Si laurea all’Università di Firenze in architettura, specializzandosi in disegno industriale. Non passa molto tempo prima di avere una grande opportunità, che si palesa all’orizzonte nella forma del Centro Stile Lancia. È il 1993.

flavio manzoni, l'architetto delle moderne ferrari

Lancia Dialogos – 1998

Dopo alcuni anni di apprendistato, Manzoni si fa spazio all’interno del gruppo di lavoro e diventa responsabile del design degli interni. Lui proietta su carta e interpreta, secondo la propria raffinata visione, gli abitacoli della Lancia Dialogos (poi divenuta Thesis) e della Maserati 3200 GT. Al suo indirizzo, però, citofona un osservatore spagnolo, la Seat, che fa carte false per averlo a Barcellona. Quindi, presi armi e bagagli, nel 1999 Flavio si trasferisce in Catalogna per realizzare gli interni della Altea e della León, oltre a lavorare sulle concept car Salsa emoción e Tango. L’amore non sboccia del tutto e la nostalgia di casa lo pervade, fino a farlo tornare in Lancia, stavolta come direttore del Centro Stile con attenzione particolare verso i concept.

Il rimpianto della Lancia Fulvia Coupé

In quegli anni il nome di Flavio Manzoni si diffonde a macchia d’olio. Il nuovo millennio si apre con l’architetto di Nuoro sulla bocca dei più. Il suo stile abbraccia la modernità con la tradizione, trasmette alle geometrie classiche una dinamicità contemporanea. Il miglior esempio di questa sua naturale propensione è la Lancia Fulvia Coupé Concept del 2003. Presentata al Salone di Francoforte, la nuova sportiva di Chivasso suscita dei clamorosi consensi tanto tra gli appassionati del marchio, quanto tra gli addetti ai lavori. Immediatamente terminata la kermesse, viene organizzata una raccolta firme per stimolare il Gruppo Fiat a realizzare l’auto in serie. Le precarie condizioni finanziare del colosso torinese, purtroppo non permettono al progetto di andare avanti e resta uno dei grandi rimpianti degli ultimi anni.

flavio manzoni, l'architetto delle moderne ferrari

Lancia Fulvia Coupé Concept – 2003

Manzoni ha modo di rifarsi con le Lancia Ypsilon e Musa, due modelli di grande diffusione e popolarità. Auto da città e da famiglia che sfoggiano una massiccia personalità e una presenza scenica di sicuro impatto, grazie a un’austerità elegante che rispecchia la tradizione del marchio, oltre a offrire un legame tangibile con alcuni modelli del glorioso passato della Lancia. Nel 2006 le strade dell’italiano e della Fiat si dividono, perché il designer prende un biglietto di sola andata per Wolfsburg. È giunto il momento di dare una svecchiata alle rigorose tedesche della Volkswagen, oltre a curare l’immagine di Bugatti, Skoda e Bentley, altri marchi in orbita VW.

Manzoni approda in Ferrari

Nel 2010 arriva una proposta che non si può rifiutare: sostituire Donato Cocco al timone del design della Ferrari. Per Manzoni, cresciuto con il mito della Rossa di Maranello, amante alla follia della squadrata spigolosità della 308, è l’occasione della vita. Arrivato nella sede che fu del Drake, come prima cosa mette in piedi un centro stile autonomo e indipendente, che – tuttavia – continuerà a collaborare con le grandi firme che hanno reso il Cavallino immortale, a cominciare da Pininfarina. Il primo modello del suo corso è la FF, la berlinetta a 4 posti e a trazione integrale, poi arrivano tante altre auto leggendarie come la F12 Berlinetta, LaFerrari, la California T, la 488 GTB, la 812 Superfast, la Roma e le ultimissime 296 GTB e Purosangue.

flavio manzoni, l'architetto delle moderne ferrari

Ferrari Purosangue – 2022

Quest’ultimo è il discusso primo SUV della storia di Maranello, un capolavoro per stile e prestazioni. Alla guida delle Rosse per definizione, Manzoni ottiene tre Compassi d’Oro: nel 2014 (F12 Berlinetta), nel 2016 (FXX-K) e nel 2020 (Monza SP-1). “Il disegno rappresenta la capacità di proiettare sulla carta ciò che la mia mente immagina, come fosse tridimensionale”, è il suo mantra. La macchina più bella, però, deve ancora venire. Nel frattempo, Manzoni conserva ancora lo spirito che aveva da bambino, divertendosi a creare cose belle che ancora non esistono.

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