La Ferrari 499P con tutto lo stato maggiore della casa di Maranello
All’epoca non si parlava di transizione energetica e i motori di riferimento erano degli aspirati molto frazionati (12 cilindri) in grado di girare molto in alto per sviluppare potenza. Oggi i cavalli del V6 sono limitati (500 kW, 680 cv) ma, oltre alle due turbine, c’è un unità elettrica sull’asse anteriore da 200 kW (272 cv, il totale dell’auto sfiora i mille) che svolge la funzione di generatore per recuperare energia, garantisce la trazione integrale e spinge, con la sua coppia sempre disponibile, in accelerazione. L’impianto elettrico è a 900 volt, il cambio di velocità a sette rapporti. La 499P ha le sospensioni indipendenti a doppio triangolo con schema “push-rod” (anche questo è ereditato dalla F1). Curatissima l’aerodinamica.
Oltre alle numerose ore in galleria del vento per esaltare la penetrazione e massimizzare il carico, ha partecipato alla definizione del vestito il team del Centro Stile diretto da Flavio Manzoni. L’esemplare mostrato per la prima volta con la sua livrea ufficiale ha il numero 50 che indica gli anni di assenza da questo settore. Avrà invece il 51 l’unità gemella; la squadra di piloti ufficiali verrà annunciata in seguito anche se l’asso della GT Alessandro Pier Guidi (già campione del mondo) ha avuto l’onore di portarla in pista in occasione delle Finali Ferrari che si sono concluse ieri ad Imola.
La 499P esordirà in pista nella prima prova del WEC 2023, la 1000 Miglia di Sebring in America. L’obiettivo più importante, però, sarà la 24 Ore di Le Mans di giugno che quest’anno celebra il centenario. Per le prestigiosa ricorrenza e, soprattutto, per il nuovo regolamento che guarda alla mobilità ecologica, sarà ai nastri di partenza un vero “parterre de roi” mai visto il precedenza nella storia del motorsport: oltre alla Ferrari, Porsche, Toyota, BMW, Cadillac, Alpine, Peugeot, Honda (Acura) e la rinata Isotta Fraschini.