sainz-ferrari-GP-australia-1024×683
In realtà probabilmente nemmeno lui poteva pensare di fare doppietta, con le due SF-24 a chiudere in parata sul traguardo dell’Albert Park, regalando a noi italiani un’alba rossa dolcissima, dal sapore antico e familiare. Ma come ha fatto la Rossa a vincere il terzo GP stagionale? Innanzitutto ha approfittato del ritiro clamoroso e inaspettato della Red Bull del cannibale Verstappen. E’ la prima ovvia risposta, ma la questione non è così banale.
Perché per approfittare dei problemi altrui bisogna farsi trovare pronti, e poi la gara la devi vincere, anche considerando che le Red Bull in pista restano comunque due, e i bibitari venivano da due doppiette. Perez ha chiuso il GP d’Australia ad un minuto dal Cavallino. Qualcosa di impensabile anche dopo le qualifiche.
Vasseur quindi non era impazzito, aveva parlato con piena consapevolezza. Il francese sin dal suo insediamento, e senza stravolgimenti, è riuscito a tirare fuori il meglio dall’attuale gruppo tecnico. Ma soprattutto la Ferrari – senza alcuna velleità di mondiale, va detto – appare come una squadra in fiducia, concentrata e unita.
Il team lavora bene anche in pista, si nota con il lavoro nelle libere, con la velocità in qualifica e con il rendimento in gara, pit stop compresi. Ed è una squadra unita, che sembra procedere in una direzione univoca anche dal punto di vista tecnico, non più a tentoni. Da metà 2023 ha lavorato sui problemi e li ha pian piano risolti, per presentarsi nel 2024 ad un livello ancora più alto. Come ricordato dai protagonisti, questa Rossa è figlia di quella che già a fine 2023 aveva accorciato leggermente le distanze. C’è continuità di miglioramento e questo non è scontato (vedi Mercedes che al terzo anno di effetto suolo non riesce a trovar il bandolo della matassa).
Sono ancora più lontani i tempi delle incomprensioni tra i due piloti, quasi messi l’uno contro l’altro. La Ferrari di Vasseur è un team che è tornato a divertirsi, che trasmette leggerezza e non pesantezza. Certo con Verstappen in pista probabilmente sarebbe stato tutto diverso, ma Perez ha sofferto davvero tanto con gli pneumatici, la Red Bull era obiettivamente meno in forma sul passo rispetto alle altre volte. Quindi chissà.
Ci piace pensare che questa Ferrari sbarazzina e in fiducia abbia “portato” Milton Keynes all’errore, costringendola a spingere troppo e sbagliare. Noi intanto prendiamo e portiamo a casa. Nessuno ci avrebbe creduto alla vigilia. Forse solo Fred Vasseur. Un demone.
Antonino Rendina