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Vasseur si sbilancia, Leclerc frena, ma l’obiettivo della Ferrari è chiaro

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Mettere pressione alla Red Bull, disturbarla, farle sentire – se possibile – il fiato sul collo. La Ferrari s’è data un obiettivo pretenzioso se consideriamo che Milton Keynes finora ha fatto due pole e due doppiette, con Max Verstappen che pare guidare con il gomito fuori dal finestrino.

Eppure Fred Vasseur alla vigilia del GP di Australia è stato abbastanza perentorio; ha dichiarato infatti come i terzi posti di Sakhir e Gedda, pur accolti con favore dalla critica, non bastano e come la Scuderia “cercherà tramite un approccio aggressivo di mettere pressione ai rivali” (testuale).Una dichiarazione ardita, coraggiosa, e anche forte, da parte di un capo che proprio quest’anno s’era sempre mantenuto abbastanza abbottonato e pacato nelle previsioni. Evidentemente a Maranello si aspettano grandi progressi dalla SF-24, una vettura obiettivamente nata bene e per ora saldamente seconda forza in pista.

Il vero dato incoraggiante dopo tutto è proprio questo: a parità di dominio bibitaro marziano il passo avanti reale l’ha fatto la Rossa che ha salutato il blocco degli inseguitori con un piccolo scatto in avanti che le permette quantomeno di correre in posizione privilegiata per l’ultimo gradino del podio. In un’epoca nella quale Red Bull lascia le briciole ai rivali, queste briciole la Ferrari se le sta prendendo di forza tenendosi dietro McLaren, Mercedes e Aston Martin.

Vincere la guerra tra poveri non è il massimo ma è già qualcosa, d’altronde mala tempora currunt come indirettamente confermato da Charles Leclerc, il quale alla vigilia di Melbourne ha un po’ raffreddato l’entusiasmo del suo boss con parole tanto precise quanto lucide. Leclerc ha ammesso che da sei mesi la Rossa ha trovato il giusto metodo di lavoro e che i progressi sono evidenti, così come ha dichiarato di aspettarsi molto dagli aggiornamenti. Al contempo però ha ricordato come il distacco sul passo gara dalla Red Bull non sia di un mero decimo, ma di tre-quattro decimi, che in F1 non sono un’eternità, ma s’avvicinano molto al suddetto concetto.

Uno stato dell’arte che un tempo avrebbe avvilito, ma che ad oggi non scompone più di tanto Maranello. La Scuderia sa benissimo dove è e quanto avanti sia Milton Keynes, sotto forma di cannibale olandese soprattutto, ciononostante può respirare e “godersi” la piazza d’onore nel Costruttori, con l’obiettivo realistico – appunto – di ampliare il solco tra sé e le altre agguerrite contendenti, e quello più difficile ma non impossibile (nulla in fondo lo è) di continuare a progredire come negli ultimi mesi per limare quei quattro decimi al giro che a serbatoi pieni la separano e non poco da quella RB20 che non pare avere difetti.

Antonino Rendina

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