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Stellantis – Polonia, chiude la fabbrica Fiat di Bielsko-Biaa

stellantis – polonia, chiude la fabbrica fiat di bielsko-biaa

Stellantis – Polonia, chiude la fabbrica Fiat di Bielsko-Biaa

Nel 2020, alla vigilia della fusione tra Fca e Psa che ha dato vita al colosso Stellantis, lo stabilimento Fiat Auto Poland di Bielsko-Biaa dava ancora lavoro a 2.500 addetti. Oggi, la notizia – che comunque ha a suo modo una rilevanza storica – della sua chiusura, riguarda direttamente soltanto 486 operai: tanti sono quelli rimasti sulle linee e raggiunti dalle lettere di licenziamento.

Chiusura entro fine anno. ” una notizia che temevamo da tempo”, ha commentato Wanda Struzyk del sindacato Solidarnosc, in un’intervista al quotidiano locale Dziennik Zachodni. Aggiungendo che l’impianto sarà chiuso entro la fine di quest’anno e precisando che almeno una parte degli addetti potrebbe essere ricollocata negli altri due impianti polacchi di Stellantis, Tychy e Skoczow.

Il suo nome associato a un’icona: la Polski-Fiat 126p. La flessione del numero degli occupati negli ultimi tre anni a Bielsko-Biaa, di cui si dava conto in apertura, riassume perfettamente la marginalizzazione di un impianto che è stato centrale per la Casa torinese e i suoi interessi in Europa orientale, ma che già dai primi Duemila ha visto erodere la sua rilevanza con un lento, ma progressivo disimpegno. Fondato nel 1971 dalla joint venture FSM, compartecipata tra la Fiat e la polacca Fabryka Samochodów Osobowych, lo stabilimento è stato per decenni associato alla produzione della celebre 126p, che si interruppe soltanto il 22 settembre del 2000, con un totale di 3.318.674 unità assemblate.

La riconversione ai motori. Da quell’addio al suo modello più rappresentativo, la fabbrica di Bielsko-Biaa ebbe vita breve come impianto di assemblaggio: nel giro di pochi anni, tutti i modelli che vi venivano prodotti andarono in pensione o traslocarono nella connazionale sede di Tychy. Fu così per la Uno, la Siena e la Palio Weekend, che a partire dal 2000 lasciarono spazio a un processo di riconversione con cui la fabbrica nel sud del Paese si trasformò in un impianto dedito alla produzione di motori, cambi e componenti meccaniche, tra cui spicca il diffusissimo 1.3 MultiJet.

Dalla seconda giovinezza al viale del tramonto. Il piccolo diesel, destinato a una pletora di modelli di dimensioni compatte del gruppo Fiat (ma anche Opel e Suzuki, tra gli altri: erano i tempi della partecipazione azionaria incrociata con General Motors) segnò una seconda giovinezza per Bielsko-Biaa: i suoi volumi produttivi raggiunsero picchi di 700 mila unità l’anno, assicurandone la continuità produttiva e occupazionale. Oggi, il tramonto delle motorizzazioni a gasolio e la concentrazione degli sforzi industriali su Tychy, dove sono arrivate di recente Jeep Avenger e Fiat 600, in attesa dell’Alfa Romeo Milano, ne hanno invece segnato il definitivo capolinea.

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