Sainz e Verstappen si fanno i complimenti dopo l’arriva a Suzuka in Giappone
Per accogliere Lewis qualcuno si doveva sacrificare e Carlos ha capito le motivazioni di Fred considerandole soltanto delle «decisioni di lavoro» che non hanno influito neanche marginalmente sul rapporto personale fra i due. Per comprendere un atteggiamento apparentemente non facile da metabolizzare bisogna fare un giretto nella mente di Carlos. Junior è il figlio di Carlos Sainz senior, un signore che venerdì prossimo festeggerà 62 anni e lo scorso gennaio ha dominato la Dakar con un’astronave Audi a trazione elettrica. Junior è cresciuto a pane e controsterzi, sempre seguito da vicino da papà che gli ha svelato tutti i segreti più reconditi del motosport. Con il tempo si è trasformato in consigliere ed amico del celebre papà che ascolta sempre i consigli del figlio. Insomma, non è proprio una persona qualunque.
Messa da parte la sorpresa che poi tanto inattesa non era, in Carlos è scattato un piano dove nulla è lasciato al caso, tutto strategicamente programmato per trasformare un problema in opportunità. Correre per il Cavallino è sempre un privilegio, non si può sprecare una stagione nel cuore della carriera sull’altare della delusione. E poi vincere per la Ferrari vale sempre di più che in qualsiasi altra Scuderia. Quindi, con tanta razionalità, ha affrontato la stagione motivato al massimo, rassicurato da Vasseur di cui non aveva certo bisogno. Carlos conosce Fred, sono sulla stessa lunghezza d’onda. Scendono in pista sempre per vincere, fino a l’ultimo chilometro dell’ultima gara.
Che non sia un fulmine a ciel sereno, ma si tratti di un trend, sono i risultati a confermarlo. Sainz ha soli 4 punti meno di Leclerc pur avendo fatto una gara in meno. Nelle 3 corse fatte insieme lo spagnolo ha chiuso sempre davanti e nelle ultime due è partito davanti: uno smacco difficile da digerire. Con la Rossa progredita nei mesi invernali come nessun’altra, bisogna lavorare molto di fino con i Pirelli e Carlos appare più in palla. I pneumatici vanno “accesi” nel momento topico delle qualifiche e Carlos c’è riuscito meglio. Poi, stando davanti, ha avuto sempre le strategie migliori, non essendo sacrificato per marcare i rivali. Un compito finito al predestinato che non si lamenta ma nemmeno sorride.