«Solo in auto ho percorso 35 mila chilometri. Ho girato la mia terra in lungo e in largo. Ce l’ho messa tutta».
E ora? «La sòrt è ccòma une se le fa, che in abruzzese significa la sorte è quella che uno si fa. Più aulicamente: ognuno è artefice del proprio destino».
Dopo la vittoria del Campo largo in Sardegna, quanto è forte la pressione per questa «remuntada»? «Relativamente, perché in Abruzzo prima i partiti hanno condiviso un programma, e solo dopo è arrivato il nome del candidato».
. Lei è riuscito in un miracolo politico, come ha fatto? «Il centrodestra mi ha aiutato molto, questi 5 anni di governo hanno prodotto risultati disastrosi. Così è stato più semplice unire le forze per ripartire, condividendo un piano di rilancio e cambiamento».
Un aggettivo per il suo avversario ? «Lo conosco talmente poco che non saprei».
Anche lei gli contesta di fare il governatore da Roma? «No. Io gli contesto di averlo fatto male. La sanità versa in condizioni drammatiche: siamo terzultimi per qualità dei servizi».
La prima cosa che farebbe da governatore? «Simbolicamente ritirerò l’adesione all’Autonomia differenziata, aumenta le disparità tra Regioni».
Joe Biden o Donald Trump? «Biden, naturalmente». Beh, Giuseppe Conte occhieggia un po’ di qua e un po’ di là… (Il professore sorride, ndr) «Viva il lupo!».