Con Emanuele Orsini la generazione X arriva al vertice di Confindustria e già questa potrebbe essere una notizia in un’Italia che non è un Paese per giovani. Classe 1973, nato a Sassuolo nel cuore del distretto della ceramica, Orsini è il prototipo dell’imprenditore di seconda generazione che apre l’azienda paterna a nuovi orizzonti. A vent’anni, infatti, scelse di entrare nell’azienda di famiglia, la Sistem Costruzioni. Fondata nel 1978 dal padre Carlo (già attivo nel settore ceramico), nel corso degli anni è stata trasformata da contoterzista delle infrastrutture in legno in una realtà leader nel settore dell’edilizia e della logistica con partner come Ferrari, Maserati e Lamborghini. Non a caso Sistem Costruzioni oggi controlla Maranello Village, primo complesso residenziale dedicato al Cavallino Rampante, con bar, ristoranti, palestra e zone polifunzionali per 25mila metri quadrati.
L’ingresso in Confindustria risale a dieci anni fa, partendo dalla base, cioè dalla territoriale di Modena. La carriera è stata rapida: nel 2017 fu eletto alla presidenza di Federlegno Arredo, lasciata nel 2020 quando Bonomi lo designò vicepresidente per il Credito, il Fisco e la Finanza. La sua attività a fianco delle aziende nel corso della tempesta Covid gli è valsa il successo odierno. «Grazie alle misure messe in campo in quel periodo le imprese hanno potuto usufruire di 300 miliardi di finanziamenti con 2,8 milioni di operazioni e 140 miliardi di moratorie», ha ricordato durante la sua campagna elettorale.
Un impegno che gli è valso la gratitudine di tutto il Nord-Est: oltre a Treviso e Friuli, infatti, anche Bergamo e Brescia lo hanno premiato nella corsa a Viale dell’Astronomia. Ma dopo il passo indietro di Garrone, la comunicazione di Orsini ha mantenuto il suo classico low profile. «Dovremo dimostrare, anche a coloro che potrebbero aver avuto dei dubbi, la forza e l’autorevolezza di Confindustria», ha scritto agli associati aggiungendo che «la nostra responsabilità sarà grande, ma sono certo che insieme saremo in grado di riportare la nostra Confindustria a quella credibilità necessaria per avere un ruolo nelle scelte del nostro Paese». Dopo i ringraziamenti di rito a Garrone, ha voluto rivendicare la cifra della sua missione, ossia «scegliere la squadra migliore in totale libertà, mettendo al centro il nostro progetto». Che, vale la pena ricordare, si basa sull’assunto «Confindustria deve essere prima a Bruxelles e poi a Roma». Proposito che gli è valso l’appoggio dell’escluso Gozzi. Orsini, infatti, ama federare come ha fatto con le sue aziende, senza fretta. Lo testimonia la sua passione per le Harley Davidson: conta il viaggio e non la velocità.