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Quel pranzo in centro dei suoi fedelissimi per oliare la macchina

quel pranzo in centro dei suoi fedelissimi per oliare la macchina

Quel pranzo in centro dei suoi fedelissimi per oliare la macchina

Un pranzo per rimettere in moto la macchina e prepararsi alle grandi sfide d’autunno. I «dioscuri» di Giorgia Meloni, i due sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano, insieme al capo di Gabinetto Gaetano Caputi e al segretario generale di Palazzo Chigi Carlo Deodato, si sono ritrovati ieri a pranzo in un ristorante a pochi passi da Palazzo Chigi. Nel menu solo piatti leggeri innaffiati da acqua frizzante: salmone e verdure grigliate, baccalà e cicoria, anguria, melone e caffè.

Gli stretti collaboratori della premier ancora impegnata nel Golfo dopo il G20 si sono presi una pausa per concedersi una chiacchierata più rilassata. Fazzolari e Mantovano sono da tempo al centro della curiosità giornalistica, ingolosita da un possibile dualismo su cui battere. Se il primo proviene dalla militanza e da un lungo rapporto personale con la premier da cui è stimatissimo, il secondo ha un profilo più diplomatico e istituzionale che lo porta a ad esempio a essere il naturale interlocutore del Quirinale. Di recente a Fazzolari è stato affidato il compito di occuparsi dell’organizzazione della macchina comunicativa. Mantovano, invece, continua a occuparsi di tutti i principali dossier dell’attività di governo.

Un lavoro di squadra che mantiene saldamente in capo alla Presidenza la regia dei dossier più importanti e strategici, su cui l’allineamento tra i due è costante. Di loro si rimarcano le differenze, ma questi tratti in realtà li rendono complementari, uniti da un forte e comune tessuto valoriale e da una sintonia nata quando Fazzolari era alla guida dell’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia. Un rapporto di amicizia che si allarga anche a Caputi e Deodato. La squadra della Meloni in questa fase continua a lavorare sul cronoprogramma dell’attività di governo. In primo piano Nadef e legge di bilancio, ma anche sulla messa a terra del decreto Caivano e la ricostruzione dei territori colpiti dall’alluvione in Emilia Romagna. Nel menu anche i dossier Tim e ITA e il lavoro preparatorio per la Presidenza italiana del G7 nel 2024. Con un focus particolare sulle sfide collegate all’intelligenza artificiale, priorità ribadita da Giorgia Meloni a Nuova Delhi dopo il vertice con i leader.

Chi frequenta i corridoi di Palazzo Chigi assicura che con la premier non esistono «tempi morti» e che il lavoro prosegue in modo serrato anche quando la Presidente è all’estero. Anche perché è abitudine della Meloni chiedere di essere tempestivamente aggiornata sui dossier. Talvolta addirittura sulla pista d’atterraggio.

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