I moderni lanciarazzi multipli occidentali, terrore delle truppe russe, sono anche italiani. Due Mlrs previsti dal quinto e ultimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina ancora del governo Draghi. Razzi di precisione Himars hanno polverizzato la notte di Capodanno un centro di smistamento dei riservisti russi vicino a Donetsk. Quattrocento morti secondo Kiev, 63 ammessi da Mosca, ma gli stessi blogger militari filo Putin confermano perdite pesanti. Mlrs è il sistema lanciarazzi multiplo in versione europea simile agli Himars americani. La gittata è minore, dai 70 chilometri ottimali ad un massimo di 100, ma la potenza di fuoco e la precisione, grazie al sistema Gps, praticamente uguale. L’Italia ha fornito due batterie semoventi corazzate provenienti dalle 22 in linea presso il reggimento di artiglieria Superga, a Portogruaro.
Sul sito della Difesa si legge che l’Mlrs garantisce «una precisione che permette l’impiego in operazioni volte a colpire anche obiettivi puntiformi quali, ad esempio, bunkers o postazioni nemiche». Non solo: «Possiede un sistema di auto-caricamento e auto-puntamento altamente automatizzato ed è dotato di un computer di controllo del fuoco che integra le operazioni del veicolo e della rampa di lancio».
Durante il primo impiego operativo nella guerra per la liberazione del Kuwait, gli iracheni avevano soprannominato il bombardamento con i lanciarazzi a guida satellitare «pioggia d’acciaio» proprio per la potenza e rapidità di tiro. Il comando russo li considera assieme, agli Himars, l’arma più temibile degli ucraini. Il Cremlino ha pavento addirittura l’escalation nucleare quando è stato deciso l’invio di questi sistemi d’arma a Kiev.
Il governo Meloni ha prorogato gli aiuti militari a Kiev per tutto il 2023, ma non ancora deciso il sesto pacchetto di forniture. L’Italia sarebbe disponibile a rafforzare la difesa dei cieli ucraini. Secondo indiscrezioni francesi potremmo fornire una moderna batteria di missili Samp/T, Aster, che ha «capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio» con un raggio d’azione di 150 chilometri. Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa fa notare che «il problema sarà quanti missili abbiniamo ai lanciatori. Se ne hai pochi l’autonomia è di qualche settimana» per intercettare quelli russi. E per un sistema d’arma del genere va debitamente istruito il personale ucraino. L’addestramento di 15mila militari di Kiev nella Ue è già iniziata a Brzeg, in Polonia e nei paesi baltici. L’Italia ha dato la sua disponibilità, ma per ora nessun soldato ucraino è arrivato nelle nostre caserme.