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Nuccio Bertone, il pigmalione del car design italiano

Esiste un mito raccontato dal poeta Ovidio nelle Metamorfosi, che ha influenzato l’umanità fino ai giorni nostri: quello di Pigmalione. Costui era un artista di Cipro – per alcuni addirittura il re dell’isola del Mediterraneo – che scolpì un nudo femminile talmente affascinante da innamorarsene. Dopo aver dormito molte notti accanto alla sua creazione, Pigmalione si recò al tempio della dea Afrodite raccomandandosi che trasformasse la scultura in una donna in carne e ossa. La dea acconsentì e Pigmalione poté sposare la sua opera, finalmente mutata in una persona vera. Da allora, il termine Pigmalione viene utilizzato nel linguaggio comune per indicare un soggetto che scopre e valorizza le doti di un giovane, trasformandolo in una personalità raffinata e di successo. Nel campo del design dell’automobile, Nuccio Bertone è stato un vero pigmalione, perché sotto la sua ala sono cresciuti dei giganti come Giorgetto Giugiaro e Marcello Gandini, firme imponenti nel panorama delle quattro ruote. Bertone, però, non è stato soltanto uno scopritore e valorizzatore di talento altrui, ma un’abile matita e un eccellente manager, che ha portato l’azienda di famiglia a toccare le stelle, diventando un autentico punto di riferimento mondiale.

I primi passi e la conduzione della Bertone

Nuccio Bertone, all’anagrafe Giuseppe Bertone, nasce a Torino il 4 luglio del 1914, ed è figlio di Giovanni Bertone, fondatore della carrozzeria che indossa con orgoglio il loro cognome. Negli anni Trenta del secolo scorso, la Bertone è una realtà consolidata e in espansione. Nella nuova sede di corso Peschiera a Torino, inizia a muovere in primi passi il giovane Nuccio. L’azienda di famiglia annovera 150 dipendenti e allestisce per Fiat l’Ardita e la più popolare Balilla. Tutto sembra volgere per il meglio, ma le nubi di guerra sono all’orizzonte. Per sopravvivere e affrontare le tante asperità, la Bertone si dedica all’allestimento di taxi, ambulanze e autobus. Al termine della Seconda guerra mondiale avvengono numerosi cambiamenti. Le tecniche produttive del settore mutano, in particolare l’avvento della scocca autoportante, che costringono le vecchie carrozzerie ad adeguarsi o scomparire.

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Alfa Romeo Giulietta Sprint

Nuccio, dopo aver raccolto il testimone dal padre Giovanni alla guida dell’atelier, accetta la sfida e si tuffa anima e corpo nella grande esperienza imprenditoriale, dedicandosi alla produzione di autovetture sportive su base Siata, Lancia, Ferrari e Bristol, con telai importati dalla Gran Bretagna da destinare al mercato americano. Le sue capacità tecniche e manageriali emergono in modo chiaro e palese, tanto che l’Alfa Romeo ne rimane stregata al punto di commisionargli la Giulietta Sprint disegnata dal brillante Franco Scaglione. Il successo sarà così deflagrante da far mutare la Bertone in un’industria, infatti i dipendenti passano da 400 a 800, fino a toccare quota 1500. Vengono aperte nuove fabbriche, a Mappano-Caselle e Grugliasco, fino a dar vita al centro Stile Bertone con 140 dipendenti. Nuccio Bertone diventa un designer e un capitano d’industria, mentre il suo atelier diventa quello più in vista del pianeta.

Le auto più prestigiose del mondo

Il nome di Bertone fa tremare il globo intero. Le auto che nascono con la firma del prestigioso centro stile piemontese diventano le vetture più ambite e desiderate dell’epoca. A maggior ragione dopo l’approdo alle dipendenze del patron Nuccio prima di Giorgetto Giugiaro – a partire dal 1959 – che disegna l’Alfa Romeo Giulia GT, poi di Marcello Gandini. Insieme a quest’ultimo verrà instaurato una legame speciale con Lamborghini, che porterà la Bertone nell’olimpo immortale della storia del design. Nascono in sequenza le Lamborghini Miura, Espada, Urraco e Countach, tutte supervisionate da Nuccio, senza dimenticare l’Alfa Romeo Montreal e la Lancia Stratos, veicoli che planano sulla terra con la prepotenza di una navicella aliena, stravolgendo i concetti stilistici contemporanei. Una rivoluzione che spinge la Bertone a diventare la regina dei Saloni dell’Auto.

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Lamborghini Miura

Gli ultimi guizzi

A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta del ‘900, la Bertone stabilisce un bel connubio con Volvo, tanto che la fabbrica torinese si occupa dell’assemblaggio della versione coupé della mitica 780. In quel periodo, l’ormai settantenne Nuccio Bertone si alterna nei due ruoli di designer e manager, con la consueta abilità e precisione.

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Alfa 90

Tra le altre creature nate sotto la supervisione del grande patron, è doveroso menzionare l’Alfa 90, la Citroen BX e la Citroen XM, oltre alle cabriolet di nicchia derivate da modelli di grande diffusione come le Fiat Ritmo Cabrio e Opel Kadett Cabrio. Il 26 febbraio del 1997, dopo aver condotto superbamente l’azienda di famiglia per mezzo secolo, Nuccio Bertone si spegne all’età di 83 anni nella sua casa di Torino. Nel 2006 viene inserito nella Automotive Hall of Fame, per essere stato una delle persone che si è maggiormente distinto nell’industria delle quattro ruote.

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