Nico Cereghini: “Asi MotoShow, che qualità, che incontri!”
L’incontro più inaspettato per me? Una moto, la Segoni Laverda 750 che l’olandese Marnix van der Schalk ha rimesso perfettamente in ordine, meglio del nuovo. E’ la numero 26 con la quale Giancarlo Daneu ed io corremmo il Bol d’Or 1973, con il telaista Guliano Segoni, Lelio Lotti e tutta la banda fiorentina. Penultimi con mille avventure, ma unici italiani in fondo alla 24 Ore a Le Mans. E’ stato come salire sulla macchina del tempo, grandi emozioni, la vedrete nei video che stiamo preparando.
Asi MotoShow è già arrivato alla ventunesima edizione e propone anche gli incontri pubblici con testimoni interessanti e vari temi: si parlava di Tarquinio Provini, Donnino Rumi, delle moto americane, le moto degli anni Trenta eccetera. Ho partecipato a due incontri così, uno sulla Laverda V6 e l’altro su Honda Italia nelle corse degli Anni ’80. E qui c’è qualche criticità: nel tendone che ospita gli incontri c’è troppo rumore e molto si perde.
Va detto: purtroppo, lo spazio a Varano de’ Melegari ormai sta piuttosto stretto al Motoshow. Tutto è molto compresso, poco ordinato, rumoroso, non si respira. Mi rendo conto che è difficile fare diversamente e dividere meglio gli spazi, magari definendo addirittura delle ore “silenziate” tra un turno di pista e l’altro… E’ difficile perché i club e i collezionisti hanno pezzi differenti sotto la stessa tenda e poi le moto vecchie sono delicate, vanno sistemate continuamente, avviate per verificare che tutto giri come deve…
Tutto straordinario. E nell’attesa che Gordon De Adamich si inventi il raddoppio del paddock (!), suggerisco almeno di spostare la tenda dell’Asi in posizione meno centrale: lì dov’è, vicinissima al cancello di entrata in pista dove le moto si radunano e si scaldano i motori, non va bene e gli spettatori si perdono gran parte delle parole. Dall’altra parte del piazzale, ben segnalata, la tenda Asi sarebbe più utile. Si riesce?
In collaborazione con Moto.it