Lombardia capofila per salvare l’auto
Un riconoscimento naturale dopo il lavoro messo in campo negli ultimi due anni. A partire dalla sottoscrizione di un Manifesto, presentato lo scorso anno a Lipsia e sposato da altre nove Regioni italiane, compresa le «rosse» Emilia-Romagna e Toscana, che ha coinvolto Università, centri di ricerca e imprese con l’obiettivo di creare le condizioni per una transizione equa e razionale e da uno studio, prodotto dal cluster lombardo e sottoposto anche al governo, sull’affidabilità dei carburanti rinnovabili. Fino a due anni fa il tema dell’automotive sembrava morto e sepolto sotto la scure integralista della commissione europea.
Oggi, invece, la Lombardia è riuscita a riaprire la partita, con il via libera agli e-fuel come alternativa all’elettrico arrivato anche grazie agli sforzi della Regione e a coinvolgere i territori più produttivi d’Europa su un tema che sarà centrale anche in vista delle elezioni del prossimo anno. Una proposta di buonsenso, con una certezza: se verrà rispettata la neutralità tecnologica, gli obiettivi imposti potranno essere raggiunti anche prima del 2026.
A Pamplona Guidesi ha ricordato le lezioni imparate negli ultimi anni. Intanto, non tutti possono permettersi un’auto elettrica. E comunque, non basta valutare il loro impatto senza tenere conto della sostenibilità della produzione dei componenti, in primis le batterie. «Inoltre non tutte le aziende riescono a fare la transizione, specie quelle medio piccole di territori come il nostro, dove c’è tutta la filiera della componentistica – assicura Guidesi – ma mancano i costruttori». E questo ovviamente comporta dei rischi dal punto di vista occupazionale: «Noi dobbiamo mantenere la leadership di competitività guadagnata in cento anni di ricerca e di innovazione nelle scelte imprenditoriali» aggiunge sottolineando che in Lombardia l’anno scorso è stato quello con il più alto Pil degli ultimi 15 anni e in cui si è registrato il record massimo di nuovi occupati a tempo indeterminato, il 34% dei quali nei green job. Se nel 2026, quando verranno valutati i dati delle emissioni, verrà confermata l’affidabilità dei carburanti alternativi, allora vorrà dire che la Lombardia avrà vinto la sua sfida nel segno della concretezza e contro il fondamentalismo e l’integralismo di Bruxelles.