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L'autovelox, l'ultimo totem

l'autovelox, l'ultimo totem

L’autovelox, l’ultimo totem

Sulla Statale 20 di Trucco, frazione di Ventimiglia, non l’avevano capito. Lì, a due passi dal confine con la Francia, dove nel 2023 sono state emesse 38.854 multe per eccesso di velocità nello stesso identico punto, la stragrande maggioranza ai danni di chi si sposta per lavoro, non per sgasare con la Lamborghini, il messaggio non era chiaro. Ma da ieri, si spera che possano capirlo anche da quelle parti: l’unica vera emergenza in Italia, l’unica piaga purulenta della società, l’unica crociata che meriti una lotta senza quartiere, è la guerra a chi guida oltre i limiti.

Lo ha di fatto certificato la sinistra, che – all’indomani dell’approvazione in Aula della riforma del Codice della strada – ha parlato di «Codice della strage» e accusato il governo di lassismo e complicità con i killer su quattro ruote. Il che potrebbe anche essere una posizione legittima, se non si scontrasse con qualche incongruenza nella narrazione politica di Pd e affini.

Già, perché da quando l’esecutivo Meloni si è insediato, una delle critiche più ricorrenti da parte dell’opposizione è stata contro la tendenza del centrodestra a legiferare per inasprire le pene per determinati reati. I cosiddetti «giri di vite» su rave illegali, criminalità minorile, danneggiamento delle opere d’arte, blocchi stradali, truffe agli anziani, gestazione per altri, occupazione abusiva, traffico di migranti e violenze contro le donne e il personale medico e scolastico sono stati di volta in volta accolti da preoccupazione e indignazione. Si è parlato di deriva securitaria, di legislazione emergenziale e fascistoide; si è commentato che pene più dure non servono, che la severità dell’impianto sanzionatorio non è la chiave per ottenere risultati. Sono cultura, dialogo e comprensione le vere armi per cambiare il mondo. Teoria abbastanza utopistica, da cartone animato del mondo fatato dei MiniPony, ma tant’è. Poi però si è parlato di mettere un freno all’Autoveloxcrazia e improvvisamente tutto è cambiato.

Prima di tutto occorre sgombrare il campo da un equivoco: la riforma voluta dal governo e firmata da Salvini inasprisce le pene (ma pensa…) per chi guida ubriaco o drogato e introduce la sospensione della patente per l’uso del telefonino, quindi non c’è nessun lassismo di fronte alla piaga delle morti per incidente che devastano migliaia di famiglie. Solo cerca di evitare l’accanimento e il proliferare di rilevatori che i Comuni utilizzano solo per fare cassa, non certo per ragioni di sicurezza. Apriti cielo: il regime repressivo dell’Autovelox non si tocca. Ultimo totem rimasto – ci somiglia pure morfologicamente -, l’Autovelox è l’unica forma di controllo, sanzione e punizione non solo accettata, ma benedetta da quelle forze progressiste che vedono come fumo illiberale negli occhi ogni altro intervento dello Stato per assicurare il rispetto delle regole e delle leggi, e magari per evitare i reati.

Ricapitolando, quindi, bisogna usare comprensione con i ravers, le baby gang, gli eco-contestatori che imbrattano, i truffatori di nonni, gli scafisti, gli abusivi che entrano in casa d’altri e i delinquenti che prendono a pugni insegnanti e medici al pronto soccorso, ma nessuno si azzardi a fare un passo verso gli automobilisti, espressione di una cultura inquinante e machista fatta degregorianamente di «molecole d’acciaio, pistone, rabbia, guerra lampo e poesia». E fa niente se in Italia ci sono 11.130 Autovelox (la Francia ne ha 3.780), se in un anno gli incassi da multe sono cresciuti del 61.7% e se evidentemente il sistema di rilevazione, sacrosanto per ridurre gli incidenti, è ormai sfuggito di mano e diventato un moloch che somiglia sempre più a un taglieggiamento. L’Autovelox è sacro perché punisce uno stile di vita giudicato «scorretto» e una trasgressione che non ha la fortuna di rientrare nel novero di quelle tollerate dal tribunale ideologico della sinistra. Se lo segnino a Trucco, la prossima volta che vedranno un flash seguito da verbale mentre vanno al lavoro alla pericolosissima velocità di 55 chilometri all’ora.

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