Economia

Finanza

Hyundai

Mercati

Money

Motori

Hyundai e Samsung Sdi, anche i coreani alla corte di Biden per le batterie

hyundai e samsung sdi, anche i coreani alla corte di biden per le batterie

Hyundai e Samsung Sdi, anche i coreani alla corte di Biden per le batterie

Anche i big coreani alla corte di Joe Biden. La legge green da 370 miliardi di dollari in crediti d’imposta, l’Inflation reduction act (IRA), che ha già funzionato da calamita per Volkswagen, Bmw e Stellantis ha convinto anche Hyundai e Samsung Sdi, controllata del colosso Samsung Electronics. Gli annunci sono arrivati in contemporanea con la missione negli Usa di Yoon Suk Yeol. Il presidente sudcoreano è volato a Washington per incontrare il presidente Joe Biden durante la prima visita di stato negli Stati Uniti da parte di un leader sudcoreano dopo 12 anni. Ad accompagnare Yoon i massimi dirigenti di alcune delle più grandi aziende della Corea del Sud, tra cui il presidente esecutivo di Hyundai Motor Group, ormai terza forza globale, Euisun Chung.

Samsung Sdi punta a raddoppiare le sue attività negli Usa con un impianto di batterie per veicoli elettrici della capacità di 30 GWh annui in una località ancora indefinita, attraverso una joint venture con General Motors e un investimento di oltre 3 miliardi di dollari. Entro il 2026 il via alla produzione di celle prismatiche e cilindriche ricche di nichel da fornire a Gm per i suoi futuri veicoli elettrici. Quello con Gm sarà il secondo impianto di batterie di Samsung Sdi negli Stati Uniti, in aggiunta a investimenti da 2,5 miliardi di dollari per la joint venture proprio con Stellantis, con lo stabilimento nell’Indiana che inizierà a operare nel primo trimestre 2025.

La jv darà alla prima casa americana la possibilità di raggiungere i suoi obiettivi sulle forniture, oltre che sulla competitività dei costi. «Le celle che costruiremo insieme ci aiuteranno a scalare la nostra capacità di veicoli elettrici in Nord America ben oltre 1 milione di unità all’anno», ha affermato la ceo di Gm, Mary Barra. Proprio oggi Gm ha comunicato i risultati del primo trimestre, con utili per azione rettificati oltre le attese (2,21 dollari contro 1,72). La casa di Detroit ha alzato le stime per gli utili e il flusso di cassa per l’intero 2023, anche se i costi per le materie prime chiave come l’acciaio restano problematici. Il titolo ha perso il 3 per cento.

Quanto a Hyundai ha avviato con un’altra azienda coreana, SK On, unità di SK Innovation, una joint venture per batterie di veicoli elettrici da 5 miliardi di dollari negli Stati Uniti, il suo più grande mercato. L’impianto sarà realizzato in Georgia. Hyundai ha anche comunicato che il suo utile netto del primo trimestre è più che raddoppiato, superando le aspettative. In Borsa il titolo è salito fino al 5% al massimo di sette mesi dopo gli annunci. Hyundai ha annunciato due settimane fa un piano da 18 miliardi di dollari d’investimenti entro il 2030 per l’elettrificazione del gruppo.

La doppia mossa made in Korea è conseguente ai nuovi standard per l’approvvigionamento di materie prime e minerali critici su veicoli elettrici in vendita negli Stati Uniti. I modelli che rientrano nei criteri beneficiano di crediti d’imposta fino a 7.500 dollari proprio in base all’IRA. Le auto prodotte da Hyundai e dalla controllata Kia non sono attualmente ammissibili per i crediti, di cui al momento godono soltanto i big americani (GM, Ford e Tesla) e, per un modello, (ID.4) Volkswagen.

TOP STORIES

Top List in the World