Il Gran Premio del Giappone 2024 di Formula 1 ha dimostrato che la Ferrari è cresciuta, anche se non abbastanza per insidiare la dominante Red Bull. Ecco i due aspetti che lo confermano
La Ferrari esce dal weekend del Gran Premio del Giappone 2024 di Formula 1 come la chiara seconda forza del campionato. La tecnica pista di Suzuka ha confermato le sensazioni delle prime gare stagionali, con una Rossa chiara prima inseguitrice dell’imprendibile Red Bull. Come ci si aspettava, Melbourne, da pista front-limited che ha esposto la predisposizione della RB20 al graining, aveva fornito un quadro distorto dei valori in campo, mostrando una Red Bull vulnerabile. Oggi la Ferrari è tornata con i piedi per terra, ma con la consapevolezza di aver fatto dei veri passi in avanti.
Rispetto al settembre dello scorso anno, quando andò in scena il GP del Giappone 2023 di Formula 1, la Ferrari ha sostanzialmente dimezzato il distacco dalla Red Bull. Andando oltre i dati del cronometro, le motivazioni di questo avvicinamento sono duplici. La Red Bull, dal canto suo, ha lavorato non per raggiungere ulteriori picchi prestazionali, quanto per rendere la RB20 efficace nel maggior numero possibile di circostanze, non solo per quanto riguarda le caratteristiche della pista ma anche in termini di stile di guida del pilota. Lo si evince dalla maggiore efficacia di Sergio Perez in questo inizio di stagione.
Esemplificativo in questo senso è il primo stint di Charles Leclerc nella gara di Suzuka. Il monegasco dopo la prima metà della lunga frazione di gara disputata con le medie è risultato più veloce rispetto all’inizio dello stint, un segnale della migliore tenuta delle gomme e della conseguente opportunità di calibrare il proprio ritmo in base alle necessità. Con la SF-23 non sarebbe stato possibile far fruttare una strategia a una sosta come successo a Suzuka: il degrado avrebbe preso il sopravvento su una pista che sollecita moltissimo le coperture.