Per diversi anni le gare di Formula E in Italia si sono svolte sulle strade di Roma (quartiere EUR), ma da questa stagione si spostano sul circuito di Misano, sulla costa adriatica.
Dato che il circuito è permanente, i team hanno già informazioni sul luogo e alcuni piloti vi hanno già guidato. Ma per la Formula E e le sue monoposto elettriche, i punti di riferimento saranno diversi e il luogo sarà adattato all’evento.
Il circuito di Misano, lungo 3,381 km e con 14 curve (invece dei 4,064 km e delle 16 curve della configurazione originale), è un circuito “energetico”, dove la vittoria dipenderà dalla gestione delle batterie.
A Tokyo abbiamo avuto qualche problema con la batteria, ma ora tutto è tornato alla normalità e siamo pronti ad affrontare le sfide di questo doppio appuntamento, dove sarà importante essere pronti fin dall’inizio del weekend”.
“A Misano sappiamo che le gare saranno affrontate e corse come ‘in gruppo’, da cui dovremo estrarre al momento giusto per essere in testa, un po’ come a Portland a giugno.
“Abbiamo i piloti per farlo e le nostre DS E-TENSE FE23 sono in grado di portarci alla vittoria. Sta a noi mettere tutto insieme in questo weekend cruciale”.
Stoffel Vandoorne, DS Penske, DS E-Tense FE23
Foto di: DPPI
Preparazione meticolosa
Alla Stellantis Motorsport di Satory, i preparativi per Misano sono iniziati non appena il team è tornato da Tokyo.
Come sempre, il team ha analizzato i dati della gara appena conclusa, preparando al contempo il circuito dell’appuntamento successivo al simulatore. Oltre all’accuratezza del percorso convalidato dalla FIA e dagli organizzatori del campionato, il team ha dovuto anticipare eventuali asperità e cambiamenti dell’asfalto, come per bump o dossi.
Durante questo periodo, lavorano duramente per individuare tutti i dettagli che possono far risparmiare qualche decimo di secondo senza spendere più energia.
Questo lavoro viene svolto in stretta collaborazione con gli ingegneri di pista, che hanno il compito di definire la migliore strategia di gara e di trovare il compromesso ideale tra prestazioni e utilizzo di energia calibrata.
Per portare a termine con successo la sua missione, il pilota non solo deve svolgere il suo lavoro con tutta la finezza necessaria, ma deve anche comprendere al meglio in quali fasi cercare di rigenerare energia, che in questo caso rappresentano fino al 40% della ricarica della batteria per l’intera gara.
È questa scienza del buon uso dell’energia che, unita al talento del pilota, potrebbe portare al successo.
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