F1: le 5 cose che rendono il GP del Messico una sfida tecnica
Cominciamo dal motore. Il turbocompressore è costretto ad un lavoro extra, perché la minor densità dell’aria in ingresso deve essere compensata da una maggiore compressione da parte del turbo per evitare che la potenza sia ridotta. Il turbocompressore, quindi, è costretto a ruotare ad una velocità media più elevata, e richiede una spinta maggiore da parte della MGU-H, con un aumento dei consumi energetici. Il turbo Honda si è sempre dimostrato efficiente in queste circostanze. È invece tutta da testare la performance in queste condizioni delle power unit di Ferrari e Renault, viste le modifiche al turbo rispetto al 2021.
Altro aspetto da non sottovalutare è la diminuzione della deportanza. A parità di configurazione aerodinamica, il carico generato è del 75% rispetto a quello ottenuto al livello del mare. Ne consegue che, anche con un carico aerodinamico alla Montecarlo, quindi molto elevato, si avrebbe una deportanza da basso carico in circostanze normali. E, di conseguenza, diminuisce anche la resistenza all’avanzamento. Vedremo così in pista delle configurazioni estreme, come accade in pochi altri circuiti in calendario.
In collaborazione con Automoto.it