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F1: le 5 cose che rendono il GP del Messico una sfida tecnica

f1: le 5 cose che rendono il gp del messico una sfida tecnica

F1: le 5 cose che rendono il GP del Messico una sfida tecnica

Il Gran Premio del Messico è una gara speciale, e non solo per il caloroso tifo di un popolo pronto a sostenere l’idolo di casa, Sergio Perez. L’Autódromo Hermanos Rodriguez sorge infatti a 2.240 metri di altezza sul mare. Una quota da settimana bianca che porta con sé una serie di sfide tecniche dovute alla rarefazione dell’aria. Rispetto a livello del mare, è meno densa di circa il 20%. Una condizione, questa, che si ripercuote sul comportamento delle monoposto.

Cominciamo dal motore. Il turbocompressore è costretto ad un lavoro extra, perché la minor densità dell’aria in ingresso deve essere compensata da una maggiore compressione da parte del turbo per evitare che la potenza sia ridotta. Il turbocompressore, quindi, è costretto a ruotare ad una velocità media più elevata, e richiede una spinta maggiore da parte della MGU-H, con un aumento dei consumi energetici. Il turbo Honda si è sempre dimostrato efficiente in queste circostanze. È invece tutta da testare la performance in queste condizioni delle power unit di Ferrari e Renault, viste le modifiche al turbo rispetto al 2021.

Altro aspetto da non sottovalutare è la diminuzione della deportanza. A parità di configurazione aerodinamica, il carico generato è del 75% rispetto a quello ottenuto al livello del mare. Ne consegue che, anche con un carico aerodinamico alla Montecarlo, quindi molto elevato, si avrebbe una deportanza da basso carico in circostanze normali. E, di conseguenza, diminuisce anche la resistenza all’avanzamento. Vedremo così in pista delle configurazioni estreme, come accade in pochi altri circuiti in calendario.

Ma i team dovranno anche stare attenti al potenziale surriscaldamento di diverse componenti, dai freni al motore, con il rischio di minare l’affidabilità delle monoposto. La rarefazione dell’aria, inoltre, porta le monoposto a scivolare maggiormente. E gli pneumatici potrebbero riportare un’usura superficiale. Le vetture che riescono a generare maggior carico – come la F1-75 – potrebbero gestire meglio le coperture in circostanze come questa. Non si può non tenere conto, infine, dell’effetto dell’attività in quota sugli stessi piloti. Sfide tecniche, queste, che rendono il Messico un unicum nel mondiale.

In collaborazione con Automoto.it

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