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F1. Ecco cosa ha veramente causato il ritiro di Max Verstappen al GP d’Australia

Ecco la vera causa del ritiro di Max Verstappen al Gran Premio d’Australia: parla una fonte vicina alla Red Bull

Lo scorso weekend è andato in scena il Gran Premio d’Australia, terzo appuntamento stagionale. Dalla pole position scattava Max Verstappen, ma la sua gara ad Albert Park è durata solamente quattro giri dei 58 previsti. Il tre volte campione del mondo è stato prima superato da Carlos Sainz, scattato al suo fianco allo spegnimento dei semafori, appena il DRS è stato abilitato nel corso del secondo giro. Ma nessuna bagarre è poi seguita tra i due per la leadership del GP per via del problema tecnico occorso alla RB20 dell’olandese, costretto al primo DNF da due anni a questa parte. Infatti, l’ultima gara che non ha visto Max Verstappen tagliare il traguardo è stata proprio quella in Australia di due anni fa, nella stagione 2022. Ma cosa è successo veramente alla monoposto della Red Bull?

Subito dopo il sorpasso del pilota della Scuderia Ferrari, Verstappen via radio ha iniziato a lamentarsi della sua vettura, cosa avvenuta anche nelle tre sessioni di prove libere, che hanno poi portato il team di Milton Keynes alla decisione di sostituire interamente il motore Honda che anima la RB20. I problemi alla monoposto realizzata da Adrian Newey e Pierre Waché sono diventati poi evidenti quando dal posteriore è iniziato ad uscire un denso fumo nero, ma non riguardava la power unti. Infatti, quando Verstappen ha iniziato a rallentare per entrare in corsi box la causa del problema è diventata evidente e riguardava i freni. Inserito il limitatore obbligatorio in pit lane, il freno della posteriore destra è esploso facendo prendere fuoco anche alla RB20. Nessun intervento era possibile per poter permettere al tre volte campione del mondo di rientrare in pista e le immagini della sua ruota hanno fatto in pochi istanti il giro del mondo.

Il problema si è fatto vivo solo al quarto giro, ma in realtà era presente già dalla partenza, in particolare in curva 3 al secondo passaggio, Verstappen è andato lungo in frenata perdendo il posteriore. È stata sostanzialmente questa la mossa che ha dato via libera a Sainz si prendersi la prima posizione, sfruttando poi il DRS. Lo strano comportamento della RB20 si è poi ripetuto in curva 6, sempre in frenata, per poi portare al peggio per il campione del mondo che alla penultima curva ha poi perso anche il copricerchio. Le immagini della gomma esplosa mostrano che il disco frenante e la pinza sono rimasti intatti. Brembo, fornitore ufficiali degli impianti frenanti, ha escluse sue responsabilità nel DNF di Verstappen in quanto non sono state riscontrate anomalie o malfunzionamenti dei loro componenti.

Dopo il ritiro, l’olandese ha come sempre parlato con i media ai quali ha spiegato di esser stato costretto al rientro soprattutto perché era diventato impossibile guidare in quanto il freno era rimasto azionato fin dallo spegnere dei semafori. Il tutto è spiegato dal fatto che il danno, aumentando progressivamente con l’alta velocità e l’aumento dell’aria pulita in entrata nelle prese d’aria dei freni. Ovviamente, la presenza del copricerchio, fino a quando non è caduto, ha contributo a far innalzare le temperature fino all’esplosione dell’impianto frenante. Il problema, dunque, è da ricercare altrove nelle altre componenti come nel sistema Brake By Wire.

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Il team avrà modo di indagare a dovere in sede a Milton Keynes, prima di tornare il viaggio per il Giappone, dove si disputerà il prossimo Gran Premio a Suzuka dal 5 al 7 aprile 2024. Tuttavia, una fonte del nostro Paolo Ciccarone ci ha rivelato quali potrebbero essere le vere cause del ritiro di Max Verstappen in Australia. “È probabile che non abbia funzionato qualcosa nella linea idraulica posteriore destra della macchina, da lì in poi è rimasta pressione residua nell'impianto e a causa del drag ne è scaturito il surriscaldamento dell'intero impianto che poi ha portato l'incendio del corner ruota”.

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