In Red Bull ormai cominciano a pensare di poterle vincere tutte e ventidue. Sono già oltre metà strada (12 su 22) e stanno festeggiando sul tetto. Gli altri restano alcuni piani più in basso, qualcuno addirittura in cantina. Una delle migliori Ferrari della stagione, con un passo costante e sempre migliore della Mercedes, ha chiuso comunque a più di 32 secondi dal vincitore.
L’unico avversario di Max Verstappen ormai è il suo ingegnere. Gianpiero Lambiase, l’italiano nato a Londra che lo dirige dai box, ha cercato di riprenderlo un paio di volte, fino ad arrivare a dirgli di «guidare con la testa» e non sforzare troppo le gomme. Il botta e risposta tra Max e il suo ingegnere ha spezzato la noia di un gran premio del Belgio che là davanti non ha riservato troppe emozioni, nonostante ad un certo punto sia arrivata anche la pioggia. Perez è saltato davanti a Leclerc alla fine del Kemmel e al 17° giro Verstappen, che scattava dal sesto posto, era già in testa ed ha cominciato la sua fuga solitaria. Alla fine ha tagliato il traguardo con oltre 22 di vantaggio sul suo compagno di squadra. Praticamente mezzo secondo a giro. Imbarazzante. Per gli altri ovviamente. È alla decima vittoria stagionale, la dodicesima in dodici gare per la Red Bull che ha completato la festa con la quinta doppietta. Un dominio che purtroppo si era intuito fin dalla prima gara dell’anno a marzo.
L’unico ferrarista ad andarsene a casa con il broncio è Sainz che al via, stretto tra Hamilton e Piastri si è toccato con la McLaren. Un incidente di gara che spesso si è visto da quelle parti. Ma lo squarcio nella pancia della sua Ferrari lo ha costretto a ritirarsi dopo aver sofferto per 24 giri (Piastri si era ritirato subito). Dovrà attendere per partecipare alla mini resurrezione rossa. Sempre che duri anche dopo la sosta.